Cacaro: cognome tipico di Villa del Conte, ben documentato in paese nella seconda metà del Seicento con due famiglie: quella di Pietro del fu Girolamo, contadino e possidente di 2 campi, con relativa casa in muratura dove viv, più 2 campi tenuti in locazione di proprietà di Zuanne Benonzato. Quella di Andrea del fu Gerolemo, agricoltore e affittuario di 4 campi e una casa di paglia di proprietà di Zuanne Magrin.
Calegaro: il cognome ha alla base il termine dialettale veneto "calegaro, calegher" nel significato di "calzolaio".
A Villa del Conte è menzionato nel 1668 Bortolo del fu Silvestro, che lavora in affitto un campo e vive in una casa di paglia di proprietà del nobile Morosini Gerolemo.
Campello: è il diminutivo di un cognome che segue il criterio della comune base etimologica campo, "terreno coltivato", che sta alla base di molti cognomi diffusi in tutta Italia. Girolamo del fu Giacomo lavora come agricoltore e affittuario 3/4 c(ampo) con cason di paglia di ragione del nob. Morosini.
Caon: è una forma cognominale tipica veneta alla base della quale stà il termine dialettale "cao". Il significato del termine presenta una duplice possibe origine: "cao" inteso come la "panna, il fiore del latte" (= e in tal caso, per caon si deve intendere o il dispregiativo nel senso di brutta panna o l'accrescitivo di panna, ossia "molta panna"), oppure nel senso di "capo, estremità", dal latino "caput" (= capo). A Villa del Conte nel Seicento ritroviamo Francesco di Agnolo, agricoltore e affittuario di un appezzamento terreno esteso un campo e del rispettivo cason di paglia, entrambi di proprietà del Boavolo Tiolo. Egli lavora inoltre un'altro campo di proprietà della Chiesa di Villa del Conte.
Il secondo nucleo registrato con la stessa forma cognominale fa capo ad Iseppo di Agnolo, il quale denuncia: Tengo ad affitto C quaranta in circa A.P.V. compresi in questi circa la metà di Prativi, strade, e paludi, con casa di muro e paglia di ragione di Anibale Bassan […] tengo in socida una manza di ragione di Lucietta Serva in chà (= casa) morosini à S. Anna, et dividemo li frutti, et non fruttando le pago formento stara due et un altra manza di ragione di Antonio Gambarotto dà S. Anna, et faciamo con lui ancora come sopra, et un altra manza di ragione di una serva di nome Anzia. Il terzo nucleo Caon, ha come capofamiglia Lorenzo di Anzolo, il quale lavora per il nobile Vescovo di Ceneda Lion 60 campi. Vive in una casa di muro dello stesso nobile. Oltre a questo egli, sulla scia dei fratelli, denunziò anche: tengo à zoadego para uno manzi di Marieta Zuana e li pago stara sei fromento…tengo in socida paro una manze di zuane Scudiero et a suo tempo dividemo li frutti. L'ultima famiglia Caon, era quella di Zuanne del fu Filippo il quale possedeva 3 "quartieri" di terreno e una casa in parte di muro e in parte di paglia dove viveva. Oltre al suo piccolo appezzamento lavorava come agricoltore e affittuario 3 campi di proprietà del nobile Sanudo, e 2 campi del nobile Morosini.
Capelin: alla base della forma cognominale troviamo nomi medioevali che riflettono soprannomi di varia natura e più spesso nomi di mestiere formati da "cappello", (fabbricanti, o venditori di cappelli). La famiglia Capelin che ritroviamo nel Seicento in territorio di Villa del Conte, risedeva in località "Restello" e aveva come capofamiglia Andrea del fu Pietro, il quale lavorava in affitto ben 95 campi (di cui 32 a prato) del nobile Capodilista che aveva il suo palazzo in quella località. Egli viveva in una casa in muratura sempre di ragione del nobile Capodilista.
Capellaro: anche questo cognome ha le stesse radici del precedente Capelin, ha cioè derivazione medioevale dal mestiere di fabbricante o venditore di cappelli.
Nel Seicento ritroviamo con tale cognome solo una tale Marieto, agricoltore e affittuario di un appezzamento di 2 campi e vive in una casa di paglia di proprietà del signor Angelo Scarise di S. Giustina.
Cargnin/Cagnin: le due forme onomastiche sono particolarmente diffuse nell’Alta Padovana e rappresentano i diminutivi delle voci “carne” e “cane”, con riferimento nel primo caso ad attività professionali legate alla macellazione o vendita della carne, nel secondo caso ad epiteti e soprannomi legati all’atteggiamento aggressivo, da guardia o di compagnia dei cani o, se proveniente dall’area montana, col significato di oriundo dalla Carnia. E’ assai probabile, però, che le due variazioni onomastiche in realtà derivino da una stessa voce e che poi si siano modificate nel tempo. I Cagnin sono documentati per la prima volta in territorio sangiorgese sin dalla prima metà del Seicento, nella località di Sant’Anna Morosina. Pare si tratti dello stesso ceppo registrato ad Abbazia Pisani a partire dal 1740. I Cargnin, invece, sono tipici di Rustega e Camposampiero.
Cavinato: alla base di questa forma cognominale sembra esserci il termine dialettale locale, ma derivato dal latino "cavus" (= cavo), di "cavin" con riferimento al piccolo fossato che si scava ai margini di un campo per far scorrere l'acqua. Questi fungevano anche da confini limitando e dividendo i campi ed erano spesso contigui a dei piccoli sentieri. Il cognome si riferisce a nativi di Cavino, località di Arsego (PD). Ritroviamo residente a Villa del Conte nel 1668 Vincenzo del fu Batista, agricoltore e affittuario di un casaletto con quarto di terra A. di ragione del nob Vescovo Lion.
Cec(c)ato: è una delle famiglie più diffuse nel territorio comitense nel Seicento. E’ un cognome diffuso in tutto il Centro-Nord Italia e che deriva dalla cognominizzazione di "Cècco", che altro non è la forma abbreviata familiare, affettiva e vezzeggiativa, di Francesco.
Le famiglie che ritroviamo censite a Villa del Conte in questo periodo rispondono ai seguenti capifamiglia:
- Agnolo del fu Valentin che vive e lavora assieme al fratello 3 campi e tre "quartieri", vivendo in una casa di paglia di loro proprietà. Lavora, inoltre, 2 campi del Signor Marcantonio Boerio da Padova ma (che) habita in campo S. Piero;
- Bastian del fu Biasio, che tiene in affitto 10 campi con una casa di muro di proprietà del nobile Girolamo Morosini, e dichiara inoltre: tengo insieme una manza di ragione di Bortolo Mazzon.
- Bastian del fu Zuanne, contadino e possidente di un campo con un "casoneto" dove vive, lavorando anche 3 campi di proprietà del nobile Giacomo Pasqualigo, e mezzo campo del signor Olivo Frason.
- Gasparo di Antonio, agricoltore e proprietario di un campo e di una casa di paglia dove egli vive lavorando in affitto un campo e mezzo del nobile Morosini, e C.(ampo) 1 di Valle, et mezo di A.P.V. di ragione di Domenica, e Angela Beza se non fallo dà Padova.
- Zuanne del fu Nicolò, contadino e possidente di un appezzamento di un campo con relativo cason di paglia dove risiede.
- Vendramin del fu Angelo, possiede 1 quartiero hortale senza piante con caseta di muro dove vive. Lavora come affittuale 7 campi del nobile “Procurator Mattio Sanudo”; e tiene sempre in affitto dall'altra una camera in una casa di proprietà del nobile Giacomo Pasqualigo.
Cec(c)hele: anche per questa forma cognominale, ritroviamo la cognominizzazione di "Cècco", ossia la forma abbreviata familiare, affettiva e vezzeggiativa, di Francesco. Cognome tipico di Galliera Veneta (PD) dove è documentato fin dal '500.
In territorio comitense ritroviamo l'agricoltore e affittuario Antonio del fu Gerolemo, che lavora un campo e mezzo con una casa di paglia di proprietà di Spagnolo Paula, e un'altro campo di ragione del nobile Morosini, e infine un quarto di campo di proprietà di Mattio Cecato.
Cecchin: diminutivo aferetico di Francesco. Molto antico e diffuso a Galliera Veneta dalla quale trae origine. E' documentato fin dal XV secolo. Di questo ceppo si ricorda don Giovanni Cecchin, primo parroco di Tombolo nel 1607.
Conte: la base della forma cognominale è il nome medioevale "Conte" formati, attraverso titoli e nomi di dignità e di carica e più spesso soprannomi, da "conte" che continua il latino "comes - comitis" (= compagno di viaggio e poi alto funzionario del seguito dell'imperatore). Nel Medioevo "conte" assunse anche altri significati, e specialmente quello di alto dignitario investito dal re o dall'imperatore di poteri vari e preposto ad una contea quindi signore autonomo e sovrano di contee o di altri territori, per diventare infine titolo nobiliare. Il nome, dunque, normalmente indicava chi era la servizio di un conte, o comunque ne dipendeva, o continuava soprannomi scherzosi e allusivi. Di questa famiglia, ritroviamo due nuclei seicenteschi:
- quello di Desiderio del fu Zuanne in qualità di agricoltore e proprietario di un "quartiero" di terra e di una casa di paglia, agricoltore e affittuario di 6 campi del nobile Alvise Dolfin e di due di proprietà della chiesa di Villa del Conte;
- e quello di Giacomo del fu Zuanne che dichiara di essere l'Agente del Nob. H. Sr Beneto Dolfin […] tengo ad affitto campi due A.P.V. di ragione delle monache di Beteleme da Padova […] et (tengo) in affitto una casa di ragione del mio patrone e 2 c(ampi) e 1/2 di casale.
Cortese: è un cognome diffuso in tutta l'Italia ma con una certa prevalenza nel Nord. Alla base del cognome stanno i toponimi formati o derivati da "corte" (in latino medioevale "curtis"), ossia l'insediamento rurale, caratteristico dell'alto Medio Evo, costituito da un fondo principale e da vari fondi annessi coltivati da servi, semiliberi e liberi, e gli etnici o gli aggettivi di appartenenza rispettivi come curtense o cortese (in latino medioevale "curtensis").
Nel comitense ritroviamo tre famiglie con questo cognome:
- quella di Domenico del fu Iseppo, agricoltore e affittuario di un "quartiero" di terra e di una casa di paglia di proprietà di Bastian Tiolo, e di un terzo di campo di ragione del nobile Giacomo Pasqualigo.
- quella del fratello Giacomo del fu Iseppo, anch'egli agricoltore e affittuario di 2 campi e una casa di paglia di proprietà del signor Mattio Zocato;
- e, infine, quella del padre Iseppo del fu Antonio, agricoltore e affittuario di 10 campi di proprietà del nobile Giacomo Pasqualigo, e agricoltore e proprietario di 3 campi e una casa di paglia dove vive.
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