Padovan: è un cognome largamente diffuso nel nord Italia e risulta dalla cognominizzazione dell'etnico Padovano nel senso di abitante o oriundo di Padova. I Padovan presenti a Villa del Conte nel Settecento risiedevono nella località Casoni Nuovi.
Palermo: cognome diffuso nel Sud Italia e formato dal toponimo “Palermo”. Il cognome giunge per la prima volta a Paviola provenendo da Campo San Martino dopo la metà dell’Ottocento. I Palermo sangiorgesi sono detti Nae.
Pallaro: il significato del cognome è da riferire, con ogni probabilità, alla palina, ossia allo strumento a compasso usato dai contadini per misurare il terreno, ma non è da escludere una derivazione anche dall'accrescitivo dell'etimo veneto “pal”, che deriva dal latino “palus”, nel senso di palo. I Pallaro che si sono diffusi nell’800 nell’area Comitense, Luparense e Sangiorgese provengono dal ceppo originario di Loreggia.
Palliotto: la forma cognominale deriva dall'accrescitivo dell'etimo veneto “pal” che deriva dal latino “palus”, come per il caso precedente. Non è tuttavia da escludere una derivazione dal “pallium” romano, d’origine greca, che era un ampio mantello che serviva agli uomini come sopraveste sostitutiva della più costosa e ingombrante toga; anche le donne romane usavano una sopraveste analoga detta “palla”. Il cognome è documentato nel Cittadellese almeno dal ‘500.
Pan: tipico cognome di S. Giorgio in Bosco derivato dal termine pane.
Panozzo: per l’etimologia cfr. la voce Pan. E’ un cognome piuttosto insolito nel panorama dell’onomastica locale. E’ originario di Treschè Conca, località dalla quale emigrarono alcuni Panozzo nelle nostre zone fin dal 1890.
Papin: cognome diffuso specialmente nel Veneto che ha alla base l'ipocoristico "Papo" del nome Iacopo o Giacomo. Questo nome cristiano si affermò in Italia nell'alto Medioevo.
I Papin comitensi giunsero nel Settecento da Grossa Vicentina ed andarono ad abitare nella contrada della Chiesa.
Parise: la forma onomastica deriva dalla voce “Parigi”, con riferimento a gruppi etnici provenienti in varie epoche dalla capitale francese o a rapporti economici e sociali intrattenuti con residenti della stessa città. La forma Parise, però, è più tipica dell’Italia centro-meridionale che non di quella settentrionale, dove predomina la variante Parisi. Uno dei più diffusi ceppi Parise presenti nell’area limitrofa a S. Giorgio in Bosco ha radici storiche oriunde da Marostica.
Parisotto: per l’etimologia di questo cognome cfr. la voce Parise. I Parisotto sangiorgesi sono detti Menegon e Piotto.
Pasinato: cognome derivato dal nome personale Pase seguito da suffisso patronimico ad indicare nato da Pace. Particolarmente antico e diffuso nel cittadellese e nel bassanese, si è diffuso a Tombolo e Galliera Veneta già nel XVII secolo.
Pasquale: alla base vi è il nome personale “Pasqua”, dato originariamente ai figli nati nel giorno di Pasqua, la festività cristiana della resurrezione di Cristo che continua la festa ebraica che commemora la liberazione del popolo d’Israele dalla schiavitù in Egitto.
Pasqualetti/o: per l’etimologia cfr. la voce Pasquale, della quale Pasqualetti/o è il diminutivo plurale. I Pasqualetti sangiorgesi sono detti Bon.
Pasqualon: per l’etimologia cfr. la voce Pasquale, della quale Pasqualon è l’accrescitivo.
Pasqualotto: per l’etimologia cfr. la voce Pasquale, della quale Pasqualotto una delle forme accrescitive.
Pauro: il cognome ha alla base il termine veneto “pauroson”, accrescitivo di pauroso, pavido, fifone.
Pavan: classico cognome derivato dal toponimo ed etnico “Padovano” o, con maggiore frequenza, dalla variante antica “Pavano”, intendendo con l’appellativo chi é “oriundo di Padova” o dal territorio limitrofo. Presenze antiche del cognome si hanno a S. Martino di Lupari.
Palermo: cognome diffuso nel Sud Italia e formato dal toponimo “Palermo”. Il cognome giunge per la prima volta a Paviola provenendo da Campo San Martino dopo la metà dell’Ottocento. I Palermo sangiorgesi sono detti Nae.
Pallaro: il significato del cognome è da riferire, con ogni probabilità, alla palina, ossia allo strumento a compasso usato dai contadini per misurare il terreno, ma non è da escludere una derivazione anche dall'accrescitivo dell'etimo veneto “pal”, che deriva dal latino “palus”, nel senso di palo. I Pallaro che si sono diffusi nell’800 nell’area Comitense, Luparense e Sangiorgese provengono dal ceppo originario di Loreggia.
Palliotto: la forma cognominale deriva dall'accrescitivo dell'etimo veneto “pal” che deriva dal latino “palus”, come per il caso precedente. Non è tuttavia da escludere una derivazione dal “pallium” romano, d’origine greca, che era un ampio mantello che serviva agli uomini come sopraveste sostitutiva della più costosa e ingombrante toga; anche le donne romane usavano una sopraveste analoga detta “palla”. Il cognome è documentato nel Cittadellese almeno dal ‘500.
Pan: tipico cognome di S. Giorgio in Bosco derivato dal termine pane.
Panozzo: per l’etimologia cfr. la voce Pan. E’ un cognome piuttosto insolito nel panorama dell’onomastica locale. E’ originario di Treschè Conca, località dalla quale emigrarono alcuni Panozzo nelle nostre zone fin dal 1890.
Papin: cognome diffuso specialmente nel Veneto che ha alla base l'ipocoristico "Papo" del nome Iacopo o Giacomo. Questo nome cristiano si affermò in Italia nell'alto Medioevo.
I Papin comitensi giunsero nel Settecento da Grossa Vicentina ed andarono ad abitare nella contrada della Chiesa.
Parise: la forma onomastica deriva dalla voce “Parigi”, con riferimento a gruppi etnici provenienti in varie epoche dalla capitale francese o a rapporti economici e sociali intrattenuti con residenti della stessa città. La forma Parise, però, è più tipica dell’Italia centro-meridionale che non di quella settentrionale, dove predomina la variante Parisi. Uno dei più diffusi ceppi Parise presenti nell’area limitrofa a S. Giorgio in Bosco ha radici storiche oriunde da Marostica.
Parisotto: per l’etimologia di questo cognome cfr. la voce Parise. I Parisotto sangiorgesi sono detti Menegon e Piotto.
Pasinato: cognome derivato dal nome personale Pase seguito da suffisso patronimico ad indicare nato da Pace. Particolarmente antico e diffuso nel cittadellese e nel bassanese, si è diffuso a Tombolo e Galliera Veneta già nel XVII secolo.
Pasquale: alla base vi è il nome personale “Pasqua”, dato originariamente ai figli nati nel giorno di Pasqua, la festività cristiana della resurrezione di Cristo che continua la festa ebraica che commemora la liberazione del popolo d’Israele dalla schiavitù in Egitto.
Pasqualetti/o: per l’etimologia cfr. la voce Pasquale, della quale Pasqualetti/o è il diminutivo plurale. I Pasqualetti sangiorgesi sono detti Bon.
Pasqualon: per l’etimologia cfr. la voce Pasquale, della quale Pasqualon è l’accrescitivo.
Pasqualotto: per l’etimologia cfr. la voce Pasquale, della quale Pasqualotto una delle forme accrescitive.
Pauro: il cognome ha alla base il termine veneto “pauroson”, accrescitivo di pauroso, pavido, fifone.
Pavan: classico cognome derivato dal toponimo ed etnico “Padovano” o, con maggiore frequenza, dalla variante antica “Pavano”, intendendo con l’appellativo chi é “oriundo di Padova” o dal territorio limitrofo. Presenze antiche del cognome si hanno a S. Martino di Lupari.
Pavin: alla base ritroviamo l'antica forma settentrionale "Pava" che veniva usata per indicare l'abitante o l'oriundo da Padova.I Pavin comitensi del Settecento provenivano da Lobia e portavano il soprannome di Marolo. Si erano stanziati nella contrada comitense delle Risare.
Pedron: alla base vi é il nome personale Pietro, che é la forma etimologicamente più fedele e conservata alla quale si affianca fin dall’alto medioevo la forma “Piero”. Il nome si é affermato sin dal primo cristianesimo per il prestigio e il culto attribuito a S. Pietro, il principe degli apostoli, martire a Roma durante l'impero di Nerone.
Pegoraro: il cognome deriva da soprannomi derivati da nomi di mestiere mutuati da “pecora” con le varianti venete “pegoraro, pegorer, pegorin”
Il termine “Pecora” può essere riferito sia chi alleva e custodisce pecore, con successive forme onomastiche del tipo “pegoraro, pegorin”, oppure a chi macella e vende ovini
A causa dell’antichissima tradizione della transumanza presente anche in territorio sangiorgese fino alla seconda metà dell’800, questa forma onomastica ha preso piede piuttosto rapidamente: a Sant’Anna Morosina il cognome è censito almeno dal 1638.
Pelizza: alla base di questo cognome ritroviamo il soprannome e nome di mestiere “pelliccia e pellicciaio”. Il soprannome era attribuito a chi lavorava o vendeva pelli d’animali e pellicce ed è già comune dal XII secolo.
Il termine “Pecora” può essere riferito sia chi alleva e custodisce pecore, con successive forme onomastiche del tipo “pegoraro, pegorin”, oppure a chi macella e vende ovini.
A causa dell’antichissima tradizione della transumanza presente anche in territorio sangiorgese fino alla seconda metà dell’800, questa forma onomastica ha preso piede piuttosto rapidamente: a Sant’Anna Morosina il cognome è censito almeno dal 1638.
Pegorin: per l’etimologia cfr. la voce Pegoraro, della quale Pegorin è il diminutivo. Il cognome è documentato a Sant’Anna Morosina fin dal 1642. Nella seconda metà dell’Ottocento sopraggiunge da Onara un altro ceppo che si stabilisce a S. Giorgio in Bosco.
Pedron: alla base vi é il nome personale Pietro, che é la forma etimologicamente più fedele e conservata alla quale si affianca fin dall’alto medioevo la forma “Piero”. Il nome si é affermato sin dal primo cristianesimo per il prestigio e il culto attribuito a S. Pietro, il principe degli apostoli, martire a Roma durante l'impero di Nerone.
Pegoraro: il cognome deriva da soprannomi derivati da nomi di mestiere mutuati da “pecora” con le varianti venete “pegoraro, pegorer, pegorin”
Il termine “Pecora” può essere riferito sia chi alleva e custodisce pecore, con successive forme onomastiche del tipo “pegoraro, pegorin”, oppure a chi macella e vende ovini
A causa dell’antichissima tradizione della transumanza presente anche in territorio sangiorgese fino alla seconda metà dell’800, questa forma onomastica ha preso piede piuttosto rapidamente: a Sant’Anna Morosina il cognome è censito almeno dal 1638.
Pelizza: alla base di questo cognome ritroviamo il soprannome e nome di mestiere “pelliccia e pellicciaio”. Il soprannome era attribuito a chi lavorava o vendeva pelli d’animali e pellicce ed è già comune dal XII secolo.
Il termine “Pecora” può essere riferito sia chi alleva e custodisce pecore, con successive forme onomastiche del tipo “pegoraro, pegorin”, oppure a chi macella e vende ovini.
A causa dell’antichissima tradizione della transumanza presente anche in territorio sangiorgese fino alla seconda metà dell’800, questa forma onomastica ha preso piede piuttosto rapidamente: a Sant’Anna Morosina il cognome è censito almeno dal 1638.
Pegorin: per l’etimologia cfr. la voce Pegoraro, della quale Pegorin è il diminutivo. Il cognome è documentato a Sant’Anna Morosina fin dal 1642. Nella seconda metà dell’Ottocento sopraggiunge da Onara un altro ceppo che si stabilisce a S. Giorgio in Bosco.
Pellizzer-Pellizzari: alla base di questo cognome ritroviamo il soprannome e nome di mestiere "pelliccia e pellicciaio". Il soprannome veniva attribuito dunque a chi lavorava o vendeva pelli di animali e pellicce, ed è già comune dal XII secolo. Originari di S. Zenone degli Ezzelini, dove sono presenti almeno dal '400 (testamento di Marco del fu Giacomo “del Pilicer” da S. Zenone del 6 agosto 1493 con il quale il testatore chiedeva di essere sepolto presso la sepoltura dei suoi antenati). Del tutto infondate le asserzioni dei soliti istituti araldici che vorrebbero questa famiglia discendente da un Jacopo nato nel 1602, di stirpe nobile, i cui avi provenivano da Pontevico di Brescia. In realtà i Pellizzer, dai quali discendono i Pellizzari di S. Zenone degli Ezellini che si sono sparsi nel padovano e nel trevigiano non erano nè nobili, né oriundi da chissà quali città d’Italia perchè come fanno fede i documenti d’archivio. A Villa del Conte i Pellizzari nel '700 abitavano lungo la strada che dalla Sega portava alla Crosara.
Perin: forma onomastica particolarmente diffusa nelle Venezie. Rappresenta il patronimico diminutivo del nome proprio Pietro. Nel 1668, un Mattio del fu Zamaria, fittavolo di 40 campi (di cui 20 a prato) e una casa di muro di proprietà del nobile Andrea Badoer, è censito nel vicino territorio comitense.
Peron: alla base del cognome abbiamo il nome Pietro, chè è la forma etimologicamente più fedele e conservata, dalla quale deriva sin dall'alto Medioevo la forma "Piero" e, dopo il Mille, le varianti come Peron. Il nome Pietro si è affermato sin dal pirmo cristianesimo per il prestigio e il culto di San Pietro, il principe degli apostoli, martire a Roma sotto Nerone. Il suo nome deriva dal medio ebraico e aramico giudaico "Kefa" che significa "pietra e roccia". I Peron giungevano a Villa del Conte nel Settecento dalla vicina Santa Giustina in Colle e risiedevano nella contrada del Comunetto.
Peruzzo: il cognome può essersi formato come alterato del nome proprio Pietro, oppure come toponomastico derivato dalla voce “Peròsa”. Piuttosto diffuso nel cittadellese.
Pet(t)enuzzo: il cognome deriva dalla professione della pettinatura della canapa e del lino. Si tratta indubbiamente di uno dei cognomi più antichi presenti nelle aree Comitense e Luparense. Lo incontriamo per la prima volta a Villa del Conte in un documento del 1438, ma anche nei secoli successivi compare con una certa frequenza. All’inizio del Settecento il ceppo si era già diviso in due rami distinti: le famiglie dette Filante, con prevalenza a Villa del Conte e quelle dette Sissa o Cizza, più tipiche di S. Giorgio in Bosco e S. Martino di Lupari. A Sant’Anna Morosina i Pettenuzzo (Filante) sono documentati fin dal 1632. Oggi a S. Giorgio in Bosco esistono i seguenti soprannomi attribuiti ai vari rami familiari Pettenuzzo: Caretina, Fero, Fiànte (Filante), Mosca, Osto, Campanaro, Sissa, Sisseta, Sissoni.
Petrin: per l’etimologia cfr. la voce Perin, della quale Petrin è uno dei diminutivi. Il cognome è documentato a Sant’Anna Morosina almeno dal 1634 ed è di probabile origine luparense. In quest'ultimo paese sono documentati nel primo ventennio del '600 e si sono suddivisi in molteplici rami denominati fino all'Ottocento Saretta, Menin, Pimpinella, ...
Piantella: il cognome stesso ci suggerisce l'etimo. Alla base infatti abbiamo il diminutivo vezzeggiativo di Pianta.Le famiglie Piantella di Villa del Conte provenivano da Lobia ed erano residenti in "contrada Palazzi gira verso la Sega".
Pieretto: anche in questo caso alla base del cognome abbiamo il nome Pietro, che è la forma etimologicamente più fedele e conservata, dalla quale deriva sin dall'alto Medioevo la forma "Piero" e, dopo il Mille, le varianti come il diminutivo Pieretto.La famiglia Pieretto stanziata in "Contrada Fuori dal Mal Canton gira all'Osteria" era oriunda da Piazzola sul Brenta e portava il soprannome di "Pegoraro".
Pierobon/Pietrobon: per l’etimologia cfr. la voce Perin della quale Pierobon e Pietrobon sono gli accrescitivi con l’aggiunta dell’aggettivo qualificativo buono. La forma onomastica più antica (Pierobon) è documentata a Sant’Anna Morosina almeno dal 1632, e si tratta dello stesso ceppo documentato anche a Villa del Conte pochi decenni dopo. L’origine dei primi nuclei familiari Pierobon e Pietrobon dell’area Sangiorgese e Comitense derivano tanto da Cittadella, quanto da S. Martino di Lupari e Tombolo, località nelle quali le due forme onomastiche sono censite almeno dalla prima metà del ‘500. I Pierobon sangiorgesi si suddividono nei due rami detti Menegon e Bragòn.
Pigozzo: questo cognome ritrova la fonte dalla cognominizzazione di nomi e soprannomi già medioevali formati da picchio con la variante settentrionale "Pigotus" e "pigòzzo" che indicano, oltre il picchio verde, vari altri generi e specie di picchi. Il soprannome è già attestato nella tarda latinità, ed è connesso con le caratteristiche e con gli attributi che questi uccelli hanno, soprattutto nelle leggende, nelle superstizioni e nelle tradizioni popolari. Le famiglie Pigozzo portavano il soprannome di "Cortellina" e dimoravano nella contrada che dalla "crose va alle Frate".
Pilon: il cognome si rifà al termine locale veneto "pilon" che significa pilastro. Può essere un cognome connesso con le caratteristiche e attributi della persona robusta.I Pilon abitavano alla Sega, nella contrada interna detta dei Paoli.
Pilotto: è un cognome d’origine sconosciuta. Potrebbe derivare dal nome omonimo del piccolo mestolo di rame, con beccuccio, utilizzato fin dall’antichità per attingere il grasso liquefatto o l’olio, ma anche da variazioni di termini che hanno alla base “pilo” o “pillo”, rispettivamente con riferimento a ciottoli e sassi o alla caratteristica arma da lancio, tipica della fanteria romana. I Pilotto sono documentati senza lacune cronologiche fin dalla metà del ‘500 a S. Martino di Lupari, località dalla quale si spostarono nel tempo gli altri nuclei che portano lo stesso cognome. La presenza dei Pilotto in territorio sangiorgese è documentata fin dalla seconda metà del Seicento a Sant’Anna Morosina.
Pinatto: questo cognome è tipico delle Venezie ed ha alla base l'ipocoristico aferetico Pino, che è già frequente nel Medioevo e che è il diminutivo vezzeggiativo di Giuseppe. I Pinatto giunsero a Villa del Conte da San Giorgio delle Pertiche.
Pinton: il cognome deriva dal soprannome medioevale “Pinto”, ossia dipinto, con evidente riferimento alla pelle o alla carnagione scura. In qualche caso è anche possibile la derivazione dal napoletano “pinto”, tacchino. I Pinton sangiorgesi sono documentati almeno dal ‘700 con i due soprannomi di Crudo ed Ereno, quest’ultimo prese il sopravvento sul secondo dagli anni Settanta dell’Ottocento. Non mancarono però rimescolamenti con altri ceppi che portavano lo stesso cognome e provenivano da altri paesi, come il nucleo trapiantato a Paviola nella prima metà dell’Ottocento.
Piotto: cognome derivato dal termine veneto “Piloto”, che significa conduttore, pilota d’imbarcazioni. Tuttavia non è da escludere una derivazione dall’analoga voce veneta che indica con l’idioma “piotto” il pulcino, prendendo spunto dal verso dello stesso. Un ceppo familiare con questo cognome giunge a S. Giorgio in Bosco nella seconda metà dell’Ottocento da Loreggia.
Piva: è un cognome tipico del Nord Italia e fa riferimento a soprannomi e nomi di mestiere derivati da “piva”, ovvero la cornamusa e i suoi derivati. E’ spesso associato a forme onomastiche legate al mondo della pastorizia e della transumanza. Un consistente ceppo di Piva e Pivato è documentato a S. Martino di Lupari nel ‘700, ma i Piva in area Luparense sono censiti già dal ‘500.
Poletto: è uno dei diminutivi del nome proprio Paolo, che continua il “cognomen” del latino repubblicano “Paulus” nel significato di piccolo, giovane. Il nome si diffuse rapidamente in tutto il mondo cristiano, per il prestigio e il culto tributati a S. Paolo di Tarso, l’apostolo delle genti. Il cognome è documentato a Sant’Anna Morosina fin dalla seconda metà del ‘600.
Pontarolo: l’etimo è un derivato alterato di tipo toponomastico di Ponte, che evidenzia la vicinanza o riferimenti evidenti a località dotate di ponti. I Pontarolo sono tipici del Cittadellese, mentre a Galliera V. fin dal Settecento s’incontra anche la variante Puntarolo.
Poppi: cognome d’origine arcaica veneta, come recita l’adagio “andare a popi”, che significa andare a passeggio, a spasso.
Pozzan: cognome derivato dal sostantivo “pozza-o”, con riferimento alla presenza di famiglie stabilitesi o partite da località prossime a pozzi d’acqua potabile. Sono molti i cognomi simili derivati da località che hanno mutuato l’etimo dalla presenza di pozzi freatici. I Pozzan sono documentati a Paviola già nella prima metà dell’Ottocento con d. Bortolo figlio di Pietro e Stella Dalla Vecchia, nato a S. Urbano di Vicenza il 20 novembre 1816. Il discendente del fratello del sacerdote, il dottor Giovanni Pozzan, era coniugato con Anna Allegramente e nel 1866 ricopre la carica d’estimato in seno alla deputazione comunale sangiorgese. Questi risiedeva nel palazzo che era stato dei Remondini di Bassano (Palazzo Antoniozzi) e probabilmente la sua presenza in paese era da ricondurre all’esistenza a Lobia del cappellano e parente d. Bortolo Pozzan, già in sede nel 1850. Il figlio Angelo divenne consigliere comunale nel 1889 e assessore nel 1895.
Prai: l’origine dell’etimo fa esplicito riferimento al termine “prati” per indicare chi abita presso o lavora terreni adibiti a prato. E’ un tipico cognome del comune di S. Giorgio in Bosco e in particolare di Sant’Anna Morosina. Lo s’incontra anche ad Abbazia Pisani fin dalla metà del Seicento, anche con la forma Di Prà. Nel 1694 al cognome è associato il soprannome Armellin che rimarrà impresso per molto tempo. I Prai sangiorgesi portano il soprannome Curti.
Predieri: deriva dal termine latino “praedium”, che significa possedimento fondiario, appezzamento di terreno, con riferimento a possidenti e più spesso a coloro che erano deputati alla riscossione delle tasse prediali.
Priore: si tratta di un cognome che deriva dalla trasformazione onomastica del titolo di grado e ufficio religioso della magistratura medioevale del priore, ma non è da escludere la carica monastica equivalente e diffusa in occidente dall’ordine benedettino. Il cognome è documentato a Sant’Anna Morosina fin dalla metà del ‘600, ma l’origine storica è da ricercare a S. Martino di Lupari dove i Prior sono attivi almeno dal XVI secolo.

Perin: forma onomastica particolarmente diffusa nelle Venezie. Rappresenta il patronimico diminutivo del nome proprio Pietro. Nel 1668, un Mattio del fu Zamaria, fittavolo di 40 campi (di cui 20 a prato) e una casa di muro di proprietà del nobile Andrea Badoer, è censito nel vicino territorio comitense.
Peron: alla base del cognome abbiamo il nome Pietro, chè è la forma etimologicamente più fedele e conservata, dalla quale deriva sin dall'alto Medioevo la forma "Piero" e, dopo il Mille, le varianti come Peron. Il nome Pietro si è affermato sin dal pirmo cristianesimo per il prestigio e il culto di San Pietro, il principe degli apostoli, martire a Roma sotto Nerone. Il suo nome deriva dal medio ebraico e aramico giudaico "Kefa" che significa "pietra e roccia". I Peron giungevano a Villa del Conte nel Settecento dalla vicina Santa Giustina in Colle e risiedevano nella contrada del Comunetto.
Peruzzo: il cognome può essersi formato come alterato del nome proprio Pietro, oppure come toponomastico derivato dalla voce “Peròsa”. Piuttosto diffuso nel cittadellese.
Pet(t)enuzzo: il cognome deriva dalla professione della pettinatura della canapa e del lino. Si tratta indubbiamente di uno dei cognomi più antichi presenti nelle aree Comitense e Luparense. Lo incontriamo per la prima volta a Villa del Conte in un documento del 1438, ma anche nei secoli successivi compare con una certa frequenza. All’inizio del Settecento il ceppo si era già diviso in due rami distinti: le famiglie dette Filante, con prevalenza a Villa del Conte e quelle dette Sissa o Cizza, più tipiche di S. Giorgio in Bosco e S. Martino di Lupari. A Sant’Anna Morosina i Pettenuzzo (Filante) sono documentati fin dal 1632. Oggi a S. Giorgio in Bosco esistono i seguenti soprannomi attribuiti ai vari rami familiari Pettenuzzo: Caretina, Fero, Fiànte (Filante), Mosca, Osto, Campanaro, Sissa, Sisseta, Sissoni.
Petrin: per l’etimologia cfr. la voce Perin, della quale Petrin è uno dei diminutivi. Il cognome è documentato a Sant’Anna Morosina almeno dal 1634 ed è di probabile origine luparense. In quest'ultimo paese sono documentati nel primo ventennio del '600 e si sono suddivisi in molteplici rami denominati fino all'Ottocento Saretta, Menin, Pimpinella, ...
Piantella: il cognome stesso ci suggerisce l'etimo. Alla base infatti abbiamo il diminutivo vezzeggiativo di Pianta.Le famiglie Piantella di Villa del Conte provenivano da Lobia ed erano residenti in "contrada Palazzi gira verso la Sega".
Pieretto: anche in questo caso alla base del cognome abbiamo il nome Pietro, che è la forma etimologicamente più fedele e conservata, dalla quale deriva sin dall'alto Medioevo la forma "Piero" e, dopo il Mille, le varianti come il diminutivo Pieretto.La famiglia Pieretto stanziata in "Contrada Fuori dal Mal Canton gira all'Osteria" era oriunda da Piazzola sul Brenta e portava il soprannome di "Pegoraro".
Pierobon/Pietrobon: per l’etimologia cfr. la voce Perin della quale Pierobon e Pietrobon sono gli accrescitivi con l’aggiunta dell’aggettivo qualificativo buono. La forma onomastica più antica (Pierobon) è documentata a Sant’Anna Morosina almeno dal 1632, e si tratta dello stesso ceppo documentato anche a Villa del Conte pochi decenni dopo. L’origine dei primi nuclei familiari Pierobon e Pietrobon dell’area Sangiorgese e Comitense derivano tanto da Cittadella, quanto da S. Martino di Lupari e Tombolo, località nelle quali le due forme onomastiche sono censite almeno dalla prima metà del ‘500. I Pierobon sangiorgesi si suddividono nei due rami detti Menegon e Bragòn.
Pigozzo: questo cognome ritrova la fonte dalla cognominizzazione di nomi e soprannomi già medioevali formati da picchio con la variante settentrionale "Pigotus" e "pigòzzo" che indicano, oltre il picchio verde, vari altri generi e specie di picchi. Il soprannome è già attestato nella tarda latinità, ed è connesso con le caratteristiche e con gli attributi che questi uccelli hanno, soprattutto nelle leggende, nelle superstizioni e nelle tradizioni popolari. Le famiglie Pigozzo portavano il soprannome di "Cortellina" e dimoravano nella contrada che dalla "crose va alle Frate".
Pilon: il cognome si rifà al termine locale veneto "pilon" che significa pilastro. Può essere un cognome connesso con le caratteristiche e attributi della persona robusta.I Pilon abitavano alla Sega, nella contrada interna detta dei Paoli.
Pilotto: è un cognome d’origine sconosciuta. Potrebbe derivare dal nome omonimo del piccolo mestolo di rame, con beccuccio, utilizzato fin dall’antichità per attingere il grasso liquefatto o l’olio, ma anche da variazioni di termini che hanno alla base “pilo” o “pillo”, rispettivamente con riferimento a ciottoli e sassi o alla caratteristica arma da lancio, tipica della fanteria romana. I Pilotto sono documentati senza lacune cronologiche fin dalla metà del ‘500 a S. Martino di Lupari, località dalla quale si spostarono nel tempo gli altri nuclei che portano lo stesso cognome. La presenza dei Pilotto in territorio sangiorgese è documentata fin dalla seconda metà del Seicento a Sant’Anna Morosina.
Pinatto: questo cognome è tipico delle Venezie ed ha alla base l'ipocoristico aferetico Pino, che è già frequente nel Medioevo e che è il diminutivo vezzeggiativo di Giuseppe. I Pinatto giunsero a Villa del Conte da San Giorgio delle Pertiche.
Pinton: il cognome deriva dal soprannome medioevale “Pinto”, ossia dipinto, con evidente riferimento alla pelle o alla carnagione scura. In qualche caso è anche possibile la derivazione dal napoletano “pinto”, tacchino. I Pinton sangiorgesi sono documentati almeno dal ‘700 con i due soprannomi di Crudo ed Ereno, quest’ultimo prese il sopravvento sul secondo dagli anni Settanta dell’Ottocento. Non mancarono però rimescolamenti con altri ceppi che portavano lo stesso cognome e provenivano da altri paesi, come il nucleo trapiantato a Paviola nella prima metà dell’Ottocento.
Piotto: cognome derivato dal termine veneto “Piloto”, che significa conduttore, pilota d’imbarcazioni. Tuttavia non è da escludere una derivazione dall’analoga voce veneta che indica con l’idioma “piotto” il pulcino, prendendo spunto dal verso dello stesso. Un ceppo familiare con questo cognome giunge a S. Giorgio in Bosco nella seconda metà dell’Ottocento da Loreggia.
Piva: è un cognome tipico del Nord Italia e fa riferimento a soprannomi e nomi di mestiere derivati da “piva”, ovvero la cornamusa e i suoi derivati. E’ spesso associato a forme onomastiche legate al mondo della pastorizia e della transumanza. Un consistente ceppo di Piva e Pivato è documentato a S. Martino di Lupari nel ‘700, ma i Piva in area Luparense sono censiti già dal ‘500.
Poletto: è uno dei diminutivi del nome proprio Paolo, che continua il “cognomen” del latino repubblicano “Paulus” nel significato di piccolo, giovane. Il nome si diffuse rapidamente in tutto il mondo cristiano, per il prestigio e il culto tributati a S. Paolo di Tarso, l’apostolo delle genti. Il cognome è documentato a Sant’Anna Morosina fin dalla seconda metà del ‘600.
Pontarolo: l’etimo è un derivato alterato di tipo toponomastico di Ponte, che evidenzia la vicinanza o riferimenti evidenti a località dotate di ponti. I Pontarolo sono tipici del Cittadellese, mentre a Galliera V. fin dal Settecento s’incontra anche la variante Puntarolo.
Poppi: cognome d’origine arcaica veneta, come recita l’adagio “andare a popi”, che significa andare a passeggio, a spasso.
Pozzan: cognome derivato dal sostantivo “pozza-o”, con riferimento alla presenza di famiglie stabilitesi o partite da località prossime a pozzi d’acqua potabile. Sono molti i cognomi simili derivati da località che hanno mutuato l’etimo dalla presenza di pozzi freatici. I Pozzan sono documentati a Paviola già nella prima metà dell’Ottocento con d. Bortolo figlio di Pietro e Stella Dalla Vecchia, nato a S. Urbano di Vicenza il 20 novembre 1816. Il discendente del fratello del sacerdote, il dottor Giovanni Pozzan, era coniugato con Anna Allegramente e nel 1866 ricopre la carica d’estimato in seno alla deputazione comunale sangiorgese. Questi risiedeva nel palazzo che era stato dei Remondini di Bassano (Palazzo Antoniozzi) e probabilmente la sua presenza in paese era da ricondurre all’esistenza a Lobia del cappellano e parente d. Bortolo Pozzan, già in sede nel 1850. Il figlio Angelo divenne consigliere comunale nel 1889 e assessore nel 1895.
Prai: l’origine dell’etimo fa esplicito riferimento al termine “prati” per indicare chi abita presso o lavora terreni adibiti a prato. E’ un tipico cognome del comune di S. Giorgio in Bosco e in particolare di Sant’Anna Morosina. Lo s’incontra anche ad Abbazia Pisani fin dalla metà del Seicento, anche con la forma Di Prà. Nel 1694 al cognome è associato il soprannome Armellin che rimarrà impresso per molto tempo. I Prai sangiorgesi portano il soprannome Curti.
Predieri: deriva dal termine latino “praedium”, che significa possedimento fondiario, appezzamento di terreno, con riferimento a possidenti e più spesso a coloro che erano deputati alla riscossione delle tasse prediali.
Priore: si tratta di un cognome che deriva dalla trasformazione onomastica del titolo di grado e ufficio religioso della magistratura medioevale del priore, ma non è da escludere la carica monastica equivalente e diffusa in occidente dall’ordine benedettino. Il cognome è documentato a Sant’Anna Morosina fin dalla metà del ‘600, ma l’origine storica è da ricercare a S. Martino di Lupari dove i Prior sono attivi almeno dal XVI secolo.
Nessun commento:
Posta un commento