Ramazzina: tipico delle provincie di Rovigo, dov’è maggiormente concentrato, e Verona (Legnago e Caprino Veronese), probabilmente deriva dal toponimo Ramazzina nel comune veronese di Ronco d’Adige o Ramazzini di Carpi nel modenese.
Ramazzotti: particolarmente concentrato nelle Marche e in Toscana, come pure nel Lazio, ma pan italiano. Potrebbe derivare dalla voce “ramazza”, scopa, e quindi per estensione a fabbricanti, venditori e utilizzatori di simili arnesi da pulizia.
Rambaldo/i: diffuso prevalentemente nel nord Italia, nella forma Rambaldo è concentrato soprattutto nel Veneto (Verona e Padova) mentre Rambaldi è molto presente in Emilia Romagna (Bologna, Ferrara, Ravenna) e in minor misura in Veneto, Lombardia e Liguria. L'origine di questi cognomi va ricercata nel nome medievale Rambaldo, nome germanico che significa consigliere coraggioso.
Ramon/i: Ramon è un tipico cognome veneto, diffuso nelle province di Venezia, Vicenza, Treviso e Padova e sembra derivare dal toponimo Ramon, in comune di Loria (TV), ma non è da escludere una qualche derivazione dal nome spagnolo Ramon. Ramoni è più raro è distribuito in Piemonte e Lombardia, più probabile la derivazione dallo spagnolo.
Ramonda/o/i: Ramonda è quasi esclusivamente presente in Piemonte (Cuneo e provincia per la quasi totalità). Ramondi è un’assoluta rarità. Ramondo ha una modeta presenza in Abruzzo, Campania, Liguria e Sicilia. Hanno tutti origine dal medioevale francese Ramond, dal germanico Ragimund/o che significa tutore della saggezza.
Ramorino/i: Ramorino è presente in Liguria e Lombardia, Ramorini è specifico della Lombardia e in particolare di Milano. Forse dal dialettale romarino per rosmarino.
Rampazzo: molto diffuso nel Veneto e in particolare nelle province di Padova, Venezia e Vicenza. Trae origine dal toponimo Rampazzo in comune di Camisano Vicentino (VI) o da residenti presso stradine che si arrampicano. Non è da escludere una derivazione dal nome personale germanico medioevale Rampus.
Rampo/i: Rampo è tipico veneto, distribuito nelle province di Verona e Vicenza, Rampi è diffuso in Piemonte (province di Novara e Alessandria), Lombardia (province di province di Pavia, Cremona e Milano) e Toscana (province di Arezzo, Siena, Massa Carrara e Firenze). Vedi Rampazzo.
Rampin/i/o: Rampin, ha la classica desinenza veneta e, infatti, è diffuso a Padova e provincia (Ponte San Nicolò, Conselve e Albignasego), come pure nel veneziano a Venezia (Camponogara, Campolongo Maggiore e Mira) e nella trevigiana Pederobba. Rampini è distribuito in varie regione ma è molto presente in Lombardia, Emilia Romagna, Umbria e Lazio. Rampino è raro e presente a Castelfranco veneto (TV) e Piove di sacco (PD), ma anche in Puglia. Ha la stessa etimologia della voce Rampazzo.
Rampon/e/i: Rampon è presente in Veneto (Schio e Jesolo), Lombardia e Piemonte. Rampone è tipico piemontese, ma anche campano e ligure. Ramponi è frequente in Lombardia ed Emilia Romagna. Vedi Rampazzo.
Randi/o: Randi è panitaliano ma ha una maggiore concentrazione in Emilia Romagna, Lombardia, Veneto, Trentino e Piemonte. Rando è molto diffuso in Sicilia e in minor misura in Veneto, Lombardia e Piemonte ma si riscontra nella quasi totalità delle regioni italiane. Ha origine da particolari troncature di nomi medioevali Morando, Bertrando, Prando.
Ranzati/o: Ranzati forma rara di probabile derivazione latina (genitivo singolare, cioè figlio di) da Ranzato. Ranzato è tipicamente veneto (Padova e provincia, ma anche delle province di Venezia e Vicenza). Di probabile derivazione toponomastica (Ranzo (TN e IM) non esclude la derivazione dal termine veneziano ranzo, cioè rancido, andato a male, acido.
Rapisarda: Rapisarda è assai diffuso in Sicilia, anche se non manca al nord per probabile emigrazione di famiglie siciliane. Data l’origine insulare, l’etimologia potrebbe riferirsi al soprannome dato ai pescivendoli che aprivano le sarde e altro pesce azzurro per prepararlo in vendita o lo pescavano strappandolo al mare.
Raspa/i/o/one/oni: Raspa è tipico delle regioni centro meridionali (Umbria, Lazio, Abruzzo, Calabria) ma anche delle isole maggiori. Raspi è molto raro e presente solo in Toscana, lo stesso Raspo presente solo in Piemonte con un ceppo rappresentativo, è localizzato anche in altre regioni con pochissimi rappresentanti. Raspone è presente in Puglia e Calabria, Rasponi a Forlì, Cesena e Modena. Derivano tutti dalla raspa, strumento del falegname, e per estensione riferito a persone rustiche, insistenti.
Rastelli/o/Rastrelli/o: Rastelli è molto diffuso al centro nord della penisola. In ordine di distribuzione si trova in Emilia Romagna, Lombardia, Abruzzo, Marche, Lazio, Piemonte e Toscana ma, a macchia di leopardo, è presente in tutto il territorio italiano. Rastello è tipicamente piemontese, Rastiello è diffuso a San Giuseppe Vesuviano (NA), Rastrelli è diffuso in diverse regioni ma soprattutto nel capoluogo toscano. Rastrello, veramente raro, è laziale in particolare della provincia di Viterbo. Derivano tutti da toponimi come Rastellino (MO) e Rastello (CN) ma la voce originale è rastello, ossia cancello, palizzata, postazione mobile, un tempo assai diffusi per bloccare le vie d’accesso dei paesi e delle città durante le epidemie, specie la peste. Nei secoli passati le località che avevano questo toponimo erano numerose, ad esempio Rastello di Villa del Conte (PD).
Rastellino/i/Rastrellino/i: Rastellini è un cognome molto raro, si contano appena 17 nuclei familiari presenti in Abruzzo, Lazio, Emilia Romagna, Friuli e Liguria. Rastellino, altrettanto raro, conta una circa una trentina di nuclei distribuiti in Piemonte, Lombardia e Liguria. Rastrellino è rarissimo e Rastrellini pure. Per l’etimologia vedi la voce soprastante.
Ravaglia/i/o/oli: Ravaglia è molto diffuso in Emilia Romagna, Toscana e Marche come pure Ravagli tanto da fare presumere che l’origine sia la stessa. Ravaglio assai raro mentre Ravaglioli è comunque poco rappresentato e tipico del centro nord con maggiore presenza (oltre 50%) in Emilia Romagna, seguita da Lombardia, Toscana e Lazio. Dovrebbero derivare dalla rapa, prodotto del campo assai diffuso nella cucina del passato e facile da coltivare.
Ravagnan/i/in: Ravagnan è tipico veneziano e lo s’incontra anche fra famiglie nobili, Ravagnani è spostato più a sud, nel rodigino, ed è forse da imputare a forme patronimiche latine (figlio di). Ravagnin non supera la quarantina di presente, quasi tutte a Venezia e Treviso. Derivano tutti da forme venetizzate del toponimo ravinianus (Ravenna), quindi oriundo o da Ravenna.
Ravagnani/ Ravignani: forme assai rare, derivate forse dall’errata trascrizione dei precedenti.
Ravagnati e Rovagnati: Ravagnati, piuttosto raro, non supera la trentina di presenze ed è presente in Lombardia e più precisamente nelle province di Milano e Monza. Rovagnati è sempre dell’area milanese e limitrofa (Como e Lecco). Derivano dal toponimo Rovagnate in provincia di Lecco.
Ravasi/io: Ravasi e Ravasio sono presenti in a macchia di leopardo in tutta la penisola ma il ceppo più consistente si trova in Lombardia nelle province dei Milano Lecco, Bergamo e Cremona. abbastanza poco diffuso è specifico dell'area che comprende le province di Milano, Lecco, Probabilmente all’origine c’è il nome personale medievale germanico Ravasius che significa uomo della pace. Non è esclusa la derivazione dalla voce rava, rapa.
Reato: è una forma onomastica che ha alla base un soprannome derivato dal termine "reato", dal tardo latino "reatus/us". Fin dal ‘600 sono presenti a Tombolo e sono gli stessi che nel 1686 si trasferiscono ad Abbazia Pisani.[1] Non è da escludere che lo stesso soprannome dei Reato sangiorgesi (Tombèo) ricordi proprio la loro origine geografica storpiata. Cinque sono i nuclei famigliari che si rifanno a questa forma cognominale nel 1686 a Villa del Conte, e precisamente:
- Zamaria del fu Baldiserra, agricoltore e locatario di tre quarti di campo, con relativa casa di muro sovrapposta di proprietà del nobile Girolamo Morosini, e di altri due di ragione della chiesa di Villa del Conte.[2]
- Domenico di Giacomo, anch'egli affittuario di 2 campi con una casa di muro di proprietà del signor Girolamo Zorzi.[3]
- Francesco del fu Mattio proprietario di 7 campi e di una casa di paglia.[4]
- Giacomo del fu Bastian, locatario di 4 campi e una casetta di muro in cui vive, di proprietà del Dottor Petenelli.[5]
- Zuanne del fu Zamaria, in qualità di affittuario di 30 campi e una casa di muro di proprietà della nobildonna "Giustiniana Morosini moglie del N.H.Sr Gerolimo".[6]
Rebellato: il cognome ha alla base il soprannome e poi nome "Bello" che si ritrova già presente con vari alterati e derivai a partire dall'alto Medioevo. Il cognome è formato da due parti: "Re" e "bello"; di intento augurale per la bellezza o che un figlio cresca bene. Il cognome è presente da lungo tempo in area Luparense, ma la matrice più antica dei Rebellato sembra essere S. Giorgio in Brenta.[7] I Rebellato sangiorgesi hanno il soprannome Sieresoto. I Rebellato comitensi, invece, nel ‘700 abitavano in contrada dei "Prà Grandi".[8]
Rebonati/o: Rebonati è molto raro e di origine friulana mentre Rebonato è tipico del veronese. All’origine potrebbe esserci il nome personale medievale femminile Horabona, buona preghiera e quindi col significato di figlio di Orabona.
Reffo: il cognome sembra avere alle spalle il termine dialettale veneto “Refo-refoi” che può essere inteso come persona capricciosa, bizzarra, imprevedibile, stizzosa. Nei secoli passati era uso comune proferire il detto veneto “co ghe vién so i so refoi”, per indicare la persona capricciosa e lunatica. Il cognome è documentato a Sant’Anna Morosina fin dal primo Seicento.[9]
Remondi/ini/ino: Remondi non raggiunge le 150 presenze in Italia. Si trova soprattutto in Lombardia, Emilia Romagna e Lazio. Remondini è più frequente ed ha maggiore diffusione in Lombardia, Emilia Romana e Trentino. Con questo cognome si ricordano i nobili Remondi di Bassano del Grappa (VI) famosi tipografi che mercanteggiarono in tutta Europa e si estinsero nel XIX secolo. Remondino è abbastanza raro e concentrato in Piemonte, nelle province di Torino e Asti in particolare. Derivano dal nome personale medievale Remondus e Ragimondo.
Renaldin: questa forma deriva dal nome di origine germanica "Rinaldo". Documentato in Italia dal IX secolo, il personale tedesco è composto da "ragan-" (consiglio, decisione) e da "waldaz" (potente, capo, signore), in definitiva significa "colui che comanda con consiglio divino". La tradizione italiana del nome (che però è già attestato alla fine dell'VIII secolo in fonti longobarde come "Reginaldus") è francofone, a causa dell'epoca tarda in cui compare e della forma "Reginald", latinizzato e romanizzato in "Reinaldus".[10] Alvise del fu Zuane Rinaldin tiene nel 1686 in affitto a Villa del Conte un campo e mezzo e una casa di muro del nobile Morosini.[11]
Renzi/o/ini/ino: Renzi è molto diffuso in tutta Italia e in particolare in Lazio, marche, Emilia Romagna, Toscana, Lombardia, Campania, Renzo è piuttosto raro e documentato in Calabrias, Campania, Lombardia, Renzini è tipico dell’Umbria e piuttosto raro, Renzino è quasi unico. Aferetici, derivati e diminutivi del nome personale Lorenzo.
Renzone/i: assai sporadico, ha un ceppo nel foggiano, Renzoni è diffuso in varie regioni ma sempre in modesta entità. Le regioni che hanno il maggior numero di famiglie con questo cognome sono la Toscana, le Marche e il Lazio. Per l’etimologia vedi sopra.
Restucci/a/o: Restucci è assai raro, circa una quarantina di presenze, quasi tutte rispondenti alla Campania e in particolare al napoletano. Restuccia è più frequente è presente soprattutto in Sicilia ma anche in Calabria, Lombardia, Lazio e Piemonte, in quest’ultime per probabili processi migratori. Restuccio, rarissimo, è meridionale. Derivano dall’uso romano e poi medioevale di adibire alcuni appezzamenti a pascoli comuni che nel meridione erano identificati coi termini arcaici restuccia o restuccio.
Rettore: ha alla base il titolo e il nome d’ufficio e di professione “rettore”, che dal medioevo all’età moderna ha designato alti funzionari investiti di poteri esecutivi, amministrativi e giudiziari. Nell’ordinamento ecclesiastico designa il sacerdote designato al governo di chiese, istituti religiosi o santuari. Tipicamente Veneto, è particolarmente diffuso nella provincia di Padova (Borgoricco, Vigodarzere, Padova, Cadoneghe).
Ribonato: vedi Rebonato.
Riello: il cognome sembra derivare dal diminutivo “rio”, vale a dire piccolo, esile corso d’acqua. E’ dunque da ricondurre a persone residenti o con attività legate a piccoli corsi d’acqua. Diffuso soprattutto in Veneto (Vicenza e Padova), ma anche in Campania (Caserta) e Lombardia.
Riga/o/ghi: Riga cognome di media rarità presente in Calabria, Lazio, Piemonte e Lombardia. Rigo è molto diffuso nel nord Italia e in particolare nel Veneto, Friuli, Lombardia, Trentino e Piemonte, Righi è diffusissimo in Emilia Romagna, Toscana, Lombardia, Trentino, Marche, Lazio, Veneto. Tutti aferetici di nomi personali di origine germanica come Arrigo, Olderigo, Federigo, Enrigo e similari. Danno luogo talvolta a composti come Mistrorigo (mastro Rigo).
Rigon: alla base vi è il nome familiare e affettivo “Rigo”, ipocoristico aferetico di Arrigo o anche, ma solo in parte, d’altri personali in “– rigo” come Alderigo, Amerigo, Federigo. Diffuso in particolare in Veneto (Vicenza, Padova, Verona, Venezia) e Lombardia (Varese, Milano, Mantova).
Rinaldi: è la derivazione onomastica del nome d’origine germanica “Rinaldo”, documentato in Italia dal IX secolo. Il personale germanico è composto da “ragin-“, che significa consiglio, decisione, e “waldaz”, ossia potente, capo, signore. Il significato quindi potrebbe essere stato “che comanda con consiglio divino”.[12] Il cognome è documentato a Sant’Anna Morosina all’inizio del Settecento.[13] I Rinaldi sangiorgesi hanno per soprannome Sciopeto.
Riondato: il significato del cognome deriva da “riondo, rotondo” con riferimento a soprannomi affibbiati in base a caratteristiche fisiche, in questo caso legate alla struttura corporea. Ad Abbazia Pisani compaiono per la prima volta in zona nel 1745, provenendo da Fratte di S. Giustina in Colle, con Sante del fu Domenico.[14] Nel 1782 portano il soprannome Chioro, tipico d’alcune famiglie Antonello luparensi, a causa di un probabile apparentamento con queste.[15] Nei secoli successivi appaiono e scompaiono con una certa frequenza a causa dei processi migratori che riguardano la zona, per poi assestarsi nel XX secolo. Il cognome è documentato dalla seconda metà del ‘600 a Sant’Anna Morosina;[16] si tratta forse dello stesso ceppo presente nello stesso periodo a Fratte di S. Giustina in Colle, località dalla quale, nel 1745, si trasferirà una famiglia che darà origine al ramo abatino.[17] I Riondato sangiorgesi hanno i soprannomi Broliato e Mori.
Risaro: soprannome, talvolta utilizzato come cognome, ai lavoratori nelle risaie. Diffuso soprattutto in Lombardia ed Emilia Romagna, ha avuto presenze anche in Veneto, in particolare nell’area dell’Alta Padovana dov’era spesso associato ai cognomi Miotti/o (Villa del Conte, Sant’Anna Morosina, S. Giorgio in Bosco, S. Martino di Lupari e dintorni).[18] Cfr. il cognome Miotti/o.
Rizzardi: plurale del nome Rizzardo, di origine germanica. Il nome Rizzardo riflette la forma "Richard" assunta dal nome nel francese antico e quindi fu introdotto in Italia dai Franchi e poi Angioini e Francesi. Presenti soprattutto in Lombardia (Brescia e Milano) e Veneto (Verona, Venezia, Treviso e Padova) hanno rami estesi a Tombolo e S. Martino di Lupari. I Rizzardi comitensi giunsero nel Settecento da S. Martino di Lupari e andarono a risiedere lungo la strada che dalla Sega conduceva alla località Crosara.[19] Quelli di S. Giorgio in Bosco sono detti Pavan.
Rizzato: cognome derivato dal soprannome “Rizzo”, con evidente riferimento alla presenza di capelli ricci.[20] I Rizzato sangiorgesi sono detti Vaeriano e Bilo.
Rizzo: cognome derivato dal soprannome “Rizzo”, dai capelli ricci, ricciuto.
Rizzotto: per l’origine etimologica cfr. la voce Rizzo, del quale Rizzotto è l’accrescitivo. Diffuso in Veneto, Sicilia e Lombardia.
Roani/o: Roani è piuttosto raro non raggiungendo la quarantina di presenze nelle regioni del l’Umbria e delle Marche in particolare. Roano è rarissimo e presente in poche unità solo in Camoania, Lazio, Piemonte, Lombardia. Probabile derivazione dal colore roano, ossia bianco e nero o bianco e marrone e quindi da mestieri riconducibili a queste pigmentazioni, senza escludere origini toponomastiche.
Rocco: è la versione omonima del nome proprio “Rocco”, documentato sin dal IX secolo e affermatosi nel Quattrocento per il culto di San Rocco, un leggendario pellegrino venerato come protettore contro la peste, le cui reliquie furono trasportate dai veneziani dall’Oriente. Il nome è d’origine germanica “hruok”, che significa ghiandaia, corvo. Il cognome è documentato dal primo ‘600 a Sant’Anna Morosina.[21] I Rocco sangiorgesi sono detti Campanèa.
Roddin: alla base ritroviamo il diminutivo del veneto "roda" che deriva dal latino "rota" nel significato di Ruota. I Roddin nel ‘700 arrivarono a Villa dal Conte da Lobia di S. Giorgio in Bosco andando ad abitare alla contrada del Comunetto e fu soprannominata "Rodda".[22]
Rodeghiero-Rodighiero: è la trasposizione onomastica del nome d’origine germanica “Rodrigo”. Il nome germanico è composto dal suffisso “hroth-“, che significa fama, gloria, e dal prefisso “Rikia” corrispondente a principe, signore. Il cognome significherebbe dunque ricco di gloria, potente per la sua fama. Diffuso soprattutto in Veneto (Vicenza, Padova e Verona) e Lombardia. Originario della bassa Baviera si diffuse nel medioevo nell’altopiano dei sette Comuni cimbri.
Rold (Da Rold): piuttosto raro e presente in Veneto e Lombardia con probabile origine bellunese dov’è particolarmente concentrato. Tipico di Belluno. Deriva dall'aferesi del nome medioevale germanico Harold.
Romana: l'etimo di queste forme deriva da "romano", etnico di Roma. Continua il "cognomen" etnico latino "Romanus", di età imperiale, e in parte è formazione romanza medioevale. In alcuni casi, tuttavia, può avere alla base anche i vari toponimi (del tipo "Romano degli Ezellini") frequenti nel Nord.[23] Dunque queste forme cognominali possono derivare dal toponimo Romano d’Ezellino (provincia di Vicenza) con evidente riferimento a chi è oriundo da quel luogo.[24] La forma Romana nel 1686 a Villa del Conte riguarda la vedova Menega, che dichiara: "tengo in affitto una camaretta in una casa di muro di ragione di Orsola di Bortoli della Villa alla quale pago d'affitto denari L. 6".[25]
Romanello: è il diminutivo del nome proprio “romano”, etnico di Roma, come città e stato, antichi o medioevali che continua il “cognomen” etnico latino “Romanus”, d’età imperiale.[26] Il cognome è presente a Sant’Anna Morosina fin dal 1644,[27] ma deriva dall’antico ceppo luparense censito almeno dal XV secolo.[28] A Villa del Conte nel 1686 Romanello è il cognome della vedova Antonia, che tiene in affitto 2 campi e una casa di paglia dove vive di ragione del Sig. Scapin Rinaldo. I Romanello sangiorgesi sono detti Còcio.
Ronca e Runca: Ronca è piuttosto diffuso in tutta Italia con maggiori concentrazioni in Campania, Lazio, Lombardia e Veneto. Runca è molto raro non superando la ventina di unità presenti in Campania e Lombardia. Possono derivare da toponimi come Roncà (VR) e comunque dall’opera di disboscamento di molte località che ne hanno preso il toponimo.
Roncagli/a: Roncagli è tipico dell’Emilia Romagna, Roncaglia lo stesso ma è molto più diffuso in varie regioni come Veneto, Lombardia, Piemonte, Marche e Toscana. Deriva da runcare, disboscare e quindi fa riferimento ai numerosi toponimi derivati dal disboscamento iniziato in epoca medievale.
Roncalli: è diffuso in molte regioni, ma ha un’alta concentrazione nella provincia di Bergamo e probabilmente deriva dalla località bergamasca di Roncallo. Il personaggio più noto con questo cognome è Angelo Giuseppe Roncalli, papa Giovanni XXIII°.
Roncati/o: Roncati presente in Piemonte, Lombardia e Emilia Romagna e Lombardia. Roncato è specifico delle province di Padova e Treviso, deriva da ronacare, tagliare con la ronca, disboscare e con minore probabilità da toponimi tipo Roncade (TV), Ponte Ronca (BO) e Roncà (VR).
Rondon: il cognome ha alla base soprannomi formati da “rondine, rondone”, ed è documentato a Sant’Anna Morosina dalla seconda metà del ‘600.[29]
Rosado/a: Rosada è diffuso in veria eregioni ma soprattutto in Veneto e in particolare nelle province di Venezia e Treviso. Rosado è molto raro e derivato dalla diversa trascrizione del precedente. Deriva da rosa nel senso di colore (ca’ rosada) o dall’uso patrizio veneziano di coltivare vaste estensioni a roseto per ricavarne fragranze odorose.
Rosati/o: Rosati è molto diffuso in tutta Italia e in particolare in Lazio, Toscana, Umbria, Marche, Abruzzo, Emilia Romagna, Lombardia, Rosato è diffuso soprattutto nell’Italia meridionale, ma anche in Veneto e Lombardia. Derivano dal nome personale Rosato, variamente modificato e alterato dagli idiomi regionali.
Rossani/o e Russano: Rossani, assai raro, è diffuso nella provincia di Bari, Rossano ha la stessa diffusione di Russano, Russano è diffuso in Puglia, Campania e Calabria mentre i ceppi presenti in Lombardia e più in generale al nord dovrebbero derivare da migrazioni dalle precedenti regioni. La voce base Rossano dovrebbe derivare dalla gens latina Roscia, o dal nomen e cognomen latino Roscius attribuito a vasti latifondi che avrebbero determinato toponimi come Rossano Veneto. Documentato a Villa del Conte (PD) nel maggio del 1567 (berti rosanum).
Rossato: alla base vi è il nome “Rosso”, derivato da un originario soprannome che si è formato a proposito del colore dei capelli o anche della barba. I Rossato si stabiliscono a Paviola nella seconda metà del ‘700, ma assumono un ruolo politico di primo piano con il sindaco Giuseppe all’inizio del XIX secolo, aumentando le fortune economiche familiari entrando a fare parte, con lo stesso personaggio, del numero degli agenti di Ca’ Bembo fin dal 1812.[30] Un nucleo familiare giunge a Paviola nella prima metà dell’Ottocento provenendo da Sandrigo.[31] I Rossato attualmente presenti in paese portano i soprannomi Fei e Fìnfari.
Rossetti/o: Rossetti è assai diffuso in tutto il nord Italia ma anche nelle regioni centro meridionali. Rossetto ha la stessa diffusione del precedente. Si tratta di diminutivi derivati dalla pigmentazione rossa dei capelli o della carnagionee non ha alcun collegamento col toponimo Rosà (VI) (roggia). Un caro saluto al vecchio amico don Mario Rossetto della diocesi di Treviso.
Rotondi/o e Rotundi/o: Rotondi è pan italiano e diffuso in particolare nel Lazio, Lombardia, Campania e Puglia, Rotondo è tipico del centro sud con punte in Lazio, Puglia, Sicilia e Campania. Rotundi ha un ceppo a Foggia e uno a Roma, Rotundo è molto concentrato in Calabria ma anche in regioni del nord e del centro. Potrebbero derivare da caratteristiche somatiche, da fazioni politiche medievali e rinascimentali oppure da toponimi come Vallerotonda (FR), Rotondi (AV), Monterotondo (BS).
Roverati/o: Roverati è piuttosto raro e tipicamente emiliano, del ferrarese, Roverato, piuttosto raro, è specifico del Veneto nelle province di Padova, Vicenza e Venezia. Derivano dal toponimo Roverato, una frazione di Noale (VE).
Rufini/o-Ruffini/o-Ruffinoni: Rufini è tipico dell'Italia centrale, in particolare Lazio, Umbria e Toscana, Rufino è assai raro e tipico del napoletano, Ruffini è panitaliano e tipico del centro nord, Ruffino lo stesso ma con maggiore concentrazioni in Piemonte e Sicilia. Ruffinoni, rarissimo, è presente nella zona tra Milano, Lecco e Bergamo. Derivano dal personale latino Rufus e dalle sue modificazioni.
Rossi/o: Rossi è il cognome più diffuso d’Italia e prende spunto da soprannomi derivati dal colore della pelle e dei capelli come Rosso. Entrambi hanno la maggiore concentrazione nelle Tre Venezie e in Piemonte. Ad Abbazia Pisani (PD) è presente almeno dalla metà del Settecento con Domenico e i suoi figli.[32] Nel 1801 il ramo genealogico è sempre lo stesso, come attestano i nomi ripetuti ogni due generazioni[33] e nel 1834 compare il soprannome Pinello. Nei decenni successivi il ceppo originario resiste con fatica e alla fine scompare. Il cognome ritorna nel 1904, questa volta originario da S. Lucia di Piave, con la coppia formata da Antonio e Rosa Semenzato, ma nei decenni successivi giungerà una famiglia anche da Bosco di Nanto. I Rossi di Sant’Anna Morosina sono documentati fin dal 1635.[34]
Rovea: il cognome sembrerebbe derivare da “Rovere”, quercia, e quindi dall’omonimo toponimo.
Ruffato: l’origine del cognome fa riferimento al nome d’origine sabina “Ruffo” che significa rosso, a causa di barba e capelli di tale colore. Nell’Alta padovana ha spesso origine dal ceppo di S. Martino di Lupari, dove è documentato fin dal Cinquecento.[36] I Ruffato di Abbazia Pisani sono documentati per la prima volta nel 1645[37] provenendo da Fratte di S. Giustina in Colle. Il ritorno definitivo dei Ruffato si ha nel 1861 con il ramo detto Butirro, epiteto affibbiato alla coppia Luigi d’Angelo e Miazzi Domenica.[38] Qualche anno dopo, nel 1865, appare in paese anche un’altra famiglia che porta il medesimo cognome ed è oriunda da Fratte. Per distinguerla dalla precedente, quella di Fratte fu detta Maschio. A Sant’Anna Morosina sono documentati dalla metà del ‘600. [39]
Rugilo-Rugolino-Rugolo: Rugilo è rarissimo contando appena una decina di presenze quasi tutte concentrate in Basilicata e nel potentino. Rugolino è molto raro è presente soprattutto in Calabria, Rugolo è panitaliano ma con presenze che non superano le 130 unità. E’ presente soprattutto in Sicilia, Calabria, Veneto, Lazio. Probaile origine per tutti da una voce calabrese che significa rovere, quercia.
[1] P. MIOTTO, Abbazia Pisani. Storia di un monastero millenario e della sua gente, di prossima pubblicazione.
[2] A.S.PD., Estimo anno 1686, R. 643, alla voce Villa del Conte, c. 21 r.
[3] Ibidem, R.639, alla voce Abbazia, c. 7.
[4] Ibidem, R. 643, alla voce Villa del Conte, c. 2 r.
[5] Ibidem, c. 19 r.
[6] Ibidem, c. 20 r.
[7] APSML, Anagrafe, schede Rebellato. I Rebellato, detti Basilio, derivano da S. Giorgio in Brenta fin dal primissimo Ottocento, altri ceppi senza soprannome sono documentati in paese dal ‘700.
[8]A.P.VDC., Stato d'Anime 1725 …, op. cit., pag. 27: Rebellato Bonaventura di Francesco e maria Agostini abitante ai Prà Grandi.
[9] APSAM, Registro unico canonico battesimi, matrimoni e defunti, 19 novembre 1637: “zanne fiolo de Zuane Reffo et di Paulina sua molgie”.
[10] Si vedano:
- E. DE FELICE, Dizionario …, op. cit., pag. 211;
- D. OLIVIERI, I cognomi della Venezia Euganea,…, op. cit., pag. 149;
- A. BONGIOANNI, Nomi e cognomi. …, op. cit., pag. 195.
- G. FUMAGALLI, Piccolo Dizionario dei nomi…, op. cit., pag. 222.
- A. PRATI, Vocabolario etimologico Italiano, Garzanti Torino 1951.
[11] A.S.PD., Estimo anno 1686, R. 643, alla voce Villa del Conte, c. 24 r.
[12] Ibid., p. 210.
[13] APSAM, Registro unico canonico battesimi, matrimoni e defunti, 19 febbraio 1703: “E’ stato contratto Matrimonio tra Sonetto Rinaldi q. Zuane un tempo abitante sotto la cura di S. Martin di Lupari et hora di questa Cura, et Lucia figlia di Angelo detto Boso”.
[14] APT, Registri canonici, Matrimoni, 1745, i Riondato si stanziano ad Abbazia Pisani in seguito al matrimonio con una Bettiato.
[15] Ibidem, alla data.
[16] Ibidem, 15 aprile 1663: “Silvestro q. Paulo Targa oriundo di S. Martin de Luppari hora abitante in s. Georgio in Bosco ha’ contrato matrimonio (…) con Laura figlia di Bartolomeo Riondato oriunda di S. Giorgio in Bosco”.
[17] APT, Registro canonico matrimoni 1730-1782, anno 1745, i Riondato si stanziano ad Abbazia Pisani in seguito al matrimonio con una Bettiato.
[18] ASPD, Notaio Baldisera de Bragni, “michele risarum”, maggio 1567.
[19] A.P.VDC., Stato d'Anime 1725 …, op. cit., pag. 22: Rizzardi Francesco di Giuseppe e Lucrezia Polo da S. Martin abitante alla Strada grande alla Sega va alla Crosara.
[20] Ibid., p. 210.
[21] APSAM, Registro unico canonico battesimi, matrimoni e defunti, 21 agosto 1637: “Francesco Rocco morse de anni 2 et fu sepolto qui a S. Anna.”
[22] A.P.VDC., Stato d'Anime 1725 …, op. cit., pag. 73: Roddin detto Rodda Antonio di Stefano e Teresa Baluco da Lobbia abitante al comunetto.
[23] E. DE FELICE, Dizionario …, op. cit., pag. 214.
[24] D. OLIVIERI, i cognomi della Venezia Euganea, …, op. cit., pag. 181.
[25] A.S.PD., Estimo anno 1686, R. 643, alla voce Villa del Conte, c. 8.
[26] Ibid., p. 214.
[27] APSAM, Registro unico canonico battesimi, matrimoni e defunti, 22 maggio 1644: “ Orsola fiola di Giacomo Romanello”.
[28] APSML, Registro canonico battezzati 1564-1584, 2 febbraio 1569, battesimo di Domenica, figlia di Zampiero “romanello”; Registro canonico matrimoni 1564-1584, 28 ottobre 1566, Angelo Romanello contrae matrimonio con Mina di Matteo.
[29] APSAM, Registro unico canonico battesimi, matrimoni e defunti, 10 aprile 1685: “filino figlio di Anselmo di Rondon et maria gambarota sua moglie”.
[30] APSGB, Registro “Affitti, livelli et altre interessi delle Chiese di S. Giorgio in Bosco e di S. Giac.mo di Paviola 1793”, partita livellaria N. H. Francesco Bembo, 12 luglio 1812. Giuseppe Rossato sostituiva il precedente agente Giuseppe Olivieri.
[31] ACSGB, Anagrafe, Giuseppe Rossato del fu Gaetano era nato a Sandrigo il 30 maggio 1817 ed era coniugato con Favaro Candida di Luigi, nata a Campo San Martino il 6 agosto 1825.
[32] APAP, Indice Defunti, del XVIII secolo senza il corrispondente registro anni 1761-62, 1779.
[33] APT, Registri anagrafici, Matrimoni, 1 novembre 1801, matrimonio fra Felice Bettiato detto Tristo di Giacomo e Domenica Rossi di Giovanni.
[34] APSAM, Registro unico canonico battesimi, matrimoni e defunti, 26 novembre 1635: “Corrona fiola de d(om)enego Rossi et angiola sua molgie”.
[35]ASPD, Notaio Marco da Como, “Andrea Rosto”, c. 17v, 07/06/1531.
[36] C. MIOTTO, P. MIOTTO, Campretto. Storia di un territorio e della sua antica comunità, S. Martino di Lupari,1997, p. 252.
[37] APT, Registri anagrafici, Matrimoni, 5 febbraio 1645, matrimonio di Mattio fu Agnolo Ruffatto “dalle Fratte” con Domenica del fu Bernardin Girlanda.
[38] APAP, Registri anagrafici, Battesimi, 20 ottobre 1861.
[39] APT, Registro canonico matrimoni, 5 febbraio 1645: matrimonio di Mattio fu Agnolo Ruffatto “dalle Fratte”, con Domenica del fu Bernardin Girlanda.