giovedì 30 giugno 2011

Cognomi B

Baccega: la forma onomastica Baccega, nella variante locale Bazega, è documentata ad Abbazia Pisani fin dal 1672. All’origine c’è l’abbreviazione “Baccio” di vari nomi personali come Bortolaccio, Bindaccio, Brunaccio.
La sostituzione, tipicamente locale, della lettera alfabetica “c” con la “z” compare con maggiore frequenza fino al Settecento, poi decade progressivamente. Forse, ma è solo un’ipotesi da verificare, il ceppo familiare abbaziale potrebbe derivare da quello cinquecentesco dei Bacegan o Bacegin di Villa del Conte.

Bacchin: tale cognome, ancor oggi ben presente nel territorio di San Martino di Lupari, ha come capostipite quel Ivano detto Bachino del fu Pietro "magistro" che nel 1359 risulta essere uno dei vassalli del vescovo di Treviso. Infeudato di appena un campo e un sedime di terra, questo personaggio darà origine ad una schiatta di personaggi che si radicheranno in particolare modo nella frazione di Monastiero dando alla collettività di quel colmello numerosi massari e marighi, cioè rappresentanti della popolazione di una località. Per vari secoli i membri di questa schiatta operarono attivamente nelle varie confraternite e nella lotta contro i pievani luparensi nel tentativo secolare, poi risultato vano, di rendere indipendente civilmente ed ecclesiasticamente dalle autorità luparensi le frazioni di Monastiero e Campretto.
I rami di Tombolo e di Treville derivano verso la metà del Seicento da Marco di Bartolomeo (1614-1684) che emigrò da Monastero a Tombolo per accasarsisuddividendosi in vari rami contrassegnati da soprannomi. Il ramo detto dei Bosi deriva da quello dei Galvin e successivamente da quello dei Cattaro. Angelo Bacchin detto Cattaro alla fine dell’Ottocento darà origine al ramo dei Bosi in seguito al trasferimento dell’attività di “negoziante” in un edificio di proprietà della famiglia Bosa di Cittadella.
Il fatto che il padre di Ivano fosse titolato con la qualifica di magister è la riprova che questa famiglia si era dedicata a un’attività artigianale riconosciuta che sarebbe all'origine, prima del soprannome e poi del cognome, dei Bacchin e cioè la confezionatura di bastoni (dal latino baculum) o per meglio dire di manici di legno indispensabili per la costruzione degli utensili da lavoro per l'agricoltura o la carpenteria come rastrelli, forche, vanghe, martelli, etc.

 Ballan: il cognome oggi è ampiamente rappresentato nel comune di Villa del Conte Di fatto, però, non fa parte della schiera dei cognomi antichi, perché compare ad Abbazia Pisani solamente nella seconda metà avanzata dell’Ottocento, provenendo da Camposampiero. La forma cognominale ha alla base il soprannome già medioevale “Balla”, derivato da “Ballare”, o “che balla, che sa ballare”.

Barban: i Barban sono documentati ad Abbazia Pisani dal 1789 e appartengono allo stesso ceppo che risiedeva a Villa del Conte già da qualche decennio. Provengono tutti da S. Giustina in Colle, paese nel quale erano noti con il soprannome di Zanella. L’origine del cognome è da ricercare nell’idioma dialettale veneto “Barba”, ossia zio, o persona anziana autorevole.

Belia – Bellia: questo cognome ha alla base il soprannome e poi nome “Bello” che si ritrova già presente con vari alterati e derivati dall'alto Medioevo. La forma cognominale ha origine dall'aggettivo “bello”, da intendersi come una constatazione della bellezza o come un augurio che un figlio cresca bene. I Belia abatini sono documentati ad Abbazia Pisani nella seconda metà del Seicento e lavoravano un appezzamento di 37 campi di Mons Pietro Lion, vescovo di Ceneda.

Benozzo: il cognome compare nei documenti fin dal primo Seicento con un Gio. Maria (1611) e quindi è da supporre che fosse presente ad Abbazia Pisani anche nel Cinquecento.
All’inizio la diffusione del ceppo fu piuttosto esigua, tanto che nel 1686 esisteva il solo nucleo familiare d’Agnolo. Nel Settecento le cose cambiarono di poco e solamente nel XIX secolo si ebbe una diffusione più regolare, ma mai consistente. Il significato di questa forma onomastica fa riferimento al nome gratulatorio e augurale “Bene”, già diffuso nel X secolo.

Bergamin: i rami di S. Giorgio in Bosco, S. Martino di Lupari e più in generale della Castellana e del Cittadellese hanno come capostipite comune Bergamino de Bergamini, giunto da Roda di Bergamo a S. Martino di Lupari verso il 1467. S’inserirono subito nel gruppo di maggiorenti del paesi (nel 1473 il capostipite è massaro della chiesa) e sono alle dipendenze del monastero di Santa Croce di Campese che in Lupari e S. Giorgio in Bosco aveva molti beni. Il lungo e antico rapporto vassallatico col monastero spiega lo spostamento di Bergamino da Bergamo e della sua famiglia nel Padovano con la mansione di esperti di transumanza de bestiame. La terza generazione si divide nei due rami luparensi e sangiorgesi ed è da quelli di Lupari che deriva la progenie dei Bergamin detti Santin da Santino (1637-1666), figlio di Antonio IV (1608-1668).

Bertato: i Bertato rappresentano uno dei più antichi cognomi abatini e pur subendo una certa mobilità migratoria, mantennero sempre un forte legame con la località. Giunsero ad Abbazia Pisani nella seconda metà del Cinquecento, anche se il primo documento che ho potuto rintracciare porta la data 12 marzo 1600.
Alcuni nuclei familiari si trasferirono anche nei paesi limitrofi, dai quali ritornarono alcune famiglie nel 1896 da Loreggia e nel 1900 da S. Giustina in Colle. Nell’estimo del 1686 sono ben cinque i nuclei familiari che possiedono terreni e fabbricati in territorio abatino, fino ad arrivare alla fine dell’Ottocento, quando i Bertato controllano i pochi punti chiave dell’economia abbaziale: l’osteria, il forno e la rivendita di alimentari. Il significato etimologico del cognome ha origine dal nome personale d’estrazione germanica “Berto” (splendente, famoso).

Berti: ceppo familiare fra i più antichi del territorio luparense, località d’origine della famiglia, e poi comitense e abbaziale. I primi documenti del 1418 riportano indifferentemente le forme Bertis e “de bertis”, come nel 1461, in seguito s’incontrano le varianti De Berti, Berto, Berti.
Le famiglie che portano questo soprannome, rimasero abbastanza stanziali fra Villa del Conte e Sant’Anna Morosina. Solamente intorno alla metà del Settecento (1744) s’incontra il primo ramo abbaziale con il soprannome Sette. Nel 1845 giunge nella località anche il ramo detto Cheo, da Sant’Anna Morosina.

Bertolo – Bertollo: i Bertolo o Bertollo, ancor oggi sono particolarmente presenti ad Onara e a Tombolo. Le stesse località dalle quali giunsero ad Abbazia Pisani alcuni nuclei familiari nella seconda metà del Settecento con il soprannome di Gabattolo (1771), l’analogo idioma che troviamo anche presso i Bacchin del ramo di Tombolo. Nel 1923 arriva in paese un nuovo nucleo familiare proveniente da Onara.
L’origine etimologica del cognome è lo stesso di Bertato e di Berti.

Bertoncello: il primo ceppo familiare dei Bertoncello giunge in paese nel 1908, provenendo da S. Giorgio in Brenta, con la coppia Antonio di Domenico e Poiana Pasqua, poi, verso gli anni Cinquanta, si ebbe una seconda immigrazione di questo cognome proveniente da S. Martino di Lupari. Particolarmente diffusa nel cittadellese, questa forma cognominale ha la stessa radice onomastica dei cognomi derivati dal patronimico Berto.

Biasibetti: il primo Biasibetti a mettere piede in territorio abatino, per qualche tempo, fu un Domenico di Carlo che morì a 56 anni nel 1704, poi il cognome scompare fino al 1834, quando ritornò da Villa del Conte un nucleo familiare con lo stesso idioma.
Attualmente il cognome è scarsamente presente ad Abbazia Pisani e in ogni caso proviene da Villa del Conte, dove tale forma onomastica è documentata almeno dalla metà del Seicento. All’origine c’è il nome personale “Biasio - Biagio” più il suffisso “Betto”, che deriva dal latino “Blasius” (balbuziente).

Bolzon: il cognome ha forse origine dal toponimo alterato Bolzan(o), altri lo fanno derivare da etimologia latina, col significato di giavellotto, arma da lancio. I Bolzon hanno origine da Pietro da Colloredo, vissuto fra ‘300 e ‘400, il cui figlio si trasferisce nella metà del XV secolo a Bigolino.
Nel 1470 Paolo Bolzon è a Asolo e da lì inizia la diffusione nella pedemontana del Grappa con particolare riferimento a Montebelluna, Altivole, Caerano San Marco. A metà ‘700 il ramo principale della famiglia approda a Ramon di Loria dove avviene la suddivisione dei rami.
Quelli di Castion, S. Martino di Lupari e Abbazia Pisani dono etichettati con il soprannome di Gasparini a seguito di un matrimonio con gli Antonello. Quelli di castello di Godego e Castelfranco Veneto mantengono il soprannome di Battistin/i. Dal ramo padovano della famiglia discese il famoso archeologo Giovanni Battista Bolzon (1778-1823) noto alla storia come Belzoni.

Brunato/i: deriva dal nome personale “Bruno”, dal germanico “brun”, che significa orso, oppure persona con capelli, barba o della pelle scuri. L’area storica di riferimento dei Brunato/i si trova a S. Martino di Lupari e S. Andrea O/M, dove il cognome è presente fin dal ‘500. I personaggi con questo cognome sono documentati nel XVI secolo con vaste proprietà a ridosso della chiesa storica di S. Martino di Lupari. Baldissera Brunato del fu Mattio (1576-1650) viveva nella villa veneta destinata nel ‘900 quale residenza delle suore Dorotee prossima all’asilo infantile Pio Antonelli.
Nella stessa chiesa aveva tomba di famiglia. Grazie ai matrimoni con nobiltà castellana (il pronipote Francesco Antonio Brunati sposa nella prima metà del ‘700 Guidozza Novello), i Brunati entrano in rapporti commerciali col limitrofo territorio di Castelfranco e un ramo si trasferisce a S. Andrea O/M. Nel 1723 entrarono a far parte del Consiglio di Castelfranco e un ramo (Francesco Maria) esercitò la carica della magistratura col grado di giudice.



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