San Nicolò di Treviso
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Il monumentale complesso domenicano di S. Nicolò |
La chiesa di S. Nicolò di Treviso fu edificata dal primo trentennio del ‘200 dai domenicani che poterono disporre di importanti lasciti (oltre 70.000 fiorini) del trevigiano Nicolò Boccasino, eletto pontefice nel 1303 col nome di Benedetto XI, e di altre pie donazioni di cittadini. Si volle innalzare la più grande e imponente chiesa di Treviso di stile a metà strada fra il romanico e il gotico e chiamando a dipingerne gli interni il celebre pittore Tommaso da Modena e la sua scuola.
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San Girolamo l'illirico (seconda metà '300) |
A croce latina con tre ampie navate, subì un importante crollo della torre campanaria e il cantiere si arenò più volte soprattutto a seguito della peste del 1348 e delle guerre che coinvolsero Treviso. I lavori si protrassero per secoli, fino al radicale restauro del 1855, seguito alla soppressione napoleonica del convento avvenuta nell’aprile del 1810, che interessò anche il tetto e il pavimento. Di qui l’estromissione dall’edificio delle antiche lapidi funerarie che furono trasferite nell’attiguo chiostro del Capitolo. I bombardamenti del 7 aprile e 27 dicembre 1944 causarono gravi danni a tutto l’edificio (chiesa e convento) con successivi restauri fino agli anni ‘60.
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Monumento al pontefice Benedetto XI (Giovanni Comin, 1693) |
Le opere d’arte pittoriche e scultoree presenti nel tempio sono moltissime e di averi epoche. Spiccano i cicli affrescati di Tommaso da Modena, Antonio da Treviso, il monumento sepolcrale aereo del nobile Agostino Onigo nel presbiterio, il monumento a Benedetto XI e nella navata destra un antico e prezioso organo del Callido.
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Monumento funebre di Agostino Onigo (fine '400) |
Dall’attiguo chiostro si accede alla sala del Capitolo dove un importante ciclo di affreschi della scuola di Tommaso da Modena ricopre tutto il perimetro dell’ambiente raffigurando domenicani illustri inquadrati all’interno dei loro studioli e in atteggiamenti curiosi. Fra questi spiccano il cardinale di Rouen con la prima lente d’ingrandimento della storia e il cardinale Ugo di Saint-Cher con il primo paio di occhiali da vista della storia. Nella parete settentrionale del chiostro sono murate alcune lapidi funerarie un tempo presenti nel pavimento della chiesa.
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