ARTICOLO IV.
Maniera di conoscere il peso specifico de' sali,
e di altre materie strittolate, che servono per le dissoluzioni.
Quello che rende più pregievole l'uso dell'Areometro, si è, che col mezzo di esso possiamo conoscere la proporzione, e la quantità delle materie, che entrano in tutte le dissoluzioni. Ora il fondamento primario per fare servire l'Areometro a questo oggetto è quello di accertarsi prima del peso specifico sì del fluido dissolvente, che della sostanza dissolubile. In quanto a' fluidi dissolventi è facile conoscerne il peso specifico, esaminandoli nel loro stato semplice, prima di essere mescolati nelle dissoluzioni, secondo il metodo esposto nel precedente Articolo. Maggiore è la difficoltà, che incontrasi, nel determinare il peso delle sostanze, che devono essere disciolte. Imperciocché per conoscere il peso specifico di un corpo qualunque, è necessario, che sia ridotto ad un volume determinato, e preciso. Ora egli è difficilissimo lo stabilire il volume di certe sostanze tritturate, polverizzate, od infrante, che sono appunto quelle, che più comunemente entrano nelle dissoluzioni, come lo zucchero, le polveri, e sali, ec. Di fatto, oltre a' meati, che sono proprj a ciascun corpo, lasciano queste sostanze per entro alla loro massa una quantità di altri vacui casuali, e fortuiti tra le particelle disgiunte del loro aggregato; sicché a misura, che sono più, o meno calcate, e compresse, offrono sotto un egual peso un volume molto diverso. Per conoscere dunque il peso relativo di tali materie ho ideata una maniera, che mi sembra del tutto idonea, che non trovo suggerita da altri, e che mi faccio un pregio di sottoporre al giudizio dei dotti.
Feci una mescolanza con 24 oncie di acqua pura, ed un'oncia di zucchero, ed immersavi la caraffa della mia bilancia idrostatica, la quale, come avvertii più sopra, entro all'acqua pura perde 3230 grani, entro a questa mescolanza perdette grani 3294; e quindi a volumi eguali il peso della detta dissoluzione era al peso dell'acqua pura, come 3294 a 3230. Ora egli è certo, che di questo peso totale 3294, una parte di esso appartiene allo zucchero, e 24 parti all'acqua; sicché il peso dell'acqua dovette essere di grani 3162,24; ed il peso dello zucchero di grani 131,76; secondo la seguente analogia 24 : 1 = 3162,24 : 131,76. Ciò conosciuto, mi rimaneva ad indagare quale fosse il volume occupato dai grani 3162,24 di acqua, e quale quello occupato dai grani 131,76 dello zucchero; il perché procedetti al seguente calcolo. Se grani 3230 di acqua pura occupano l'intero volume scacciato dal corpo della caraffa, che dobbiamo considerare uguale a 1000; qual porzione di questo stesso volume occuperà il peso di grani 3162,24 dell'acqua, che entra nella dissoluzione? Fatto il computo, il quarto numero proporzionale è prossimamente 979. Sicché il volume occupato dall'acqua è come 979; ed il residuo, che rimane per arrivare all'intero volume 1000; ch'è 21, è appunto il volume occupato dallo zucchero. Se dunque un volume di zucchero uguale a 21 pesa grani 131,76 resta solo ad indagare quanti grani peserebbe un egual volume di acqua pura, il che facilmente si deduce da quest'ultima analogia. Siccome il volume di acqua uguale a 1000 pesa grani 3230; così un volume di acqua uguale a 21 peserà grani 67,83; e perciò a volumi uguali il peso dello zucchero sta al peso dell'acqua, come 131,76 a 67,83; ossia come 1942,50 a 1000,00; il che dovea ricercarsi.
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Zucchero |
Contuttociò per avere una prova più certa della esattezza di questo metodo volli riscontrarne i risultati per una via differente nel seguente modo. Trascelsi un matraccio di collo notabilmente lungo, e quel che più importava, che in tutta la sua lunghezza fosse di un diametro perfettamente uguale. Riempj questo matraccio di acqua distillata fino all'altezza di alcune linee del suo collo, ove segnai un punto A. Versai in appresso tre oncie di acqua similmente distillata entro al matraccio stesso, la quale riempendo il rimanente del suo collo, venne ad occupare una capacità di 5750 linee cubiche. Ciò rimarcato, gittai fuori le tre oncie di acqua, che avea aggiunte, e ridotta l'acqua del matraccio al primiero punto A, v'infusi allora tre oncie di zucchero, il quale disciogliendosi con tutta l'acqua del matraccio, ne fece ascendere il livello sopra il punto A, che misurandone la distanza la trovai della capacità di 2960 linee cubiche. Da ciò ne risulta, che essendo i pesi inversamente, come i volumi; se a pesi uguali, il volume dell'acqua fu al volume dello zucchero, come 5750 a 2960; così a volumi uguali, il peso dell'acqua deve essere al peso dello zucchero come 2960 a 5750, ossia prossimamente come 1000,00 a 1942,50, come risultò dal primo metodo, da una piccolissima differenza in fuori. Ecco dunque due metodi, l'uno de' quali serve di prova, e di conferma all'altro, per cui si viene a conoscere il peso specifico di quelle sostanze, che per essere polverizzate, tritturate, ed infrante, non possono essere altrimenti esaminate, seguendo questi metodi, ho trovato essere il peso specifico del sal marino, come 4542,23; e quello del nitro purificato, come 5912,95.
Io so, che contro a queste pratiche potrebbe venire opposto, che mescolando delle sostanze dissolubili entro a' fluidi dissolventi, ne nasce, per così dire, una compenetrazione di parti, per cui il volume della dissoluzione non è più quello, che aveano le medesime sostanze avanti di essere mescolate insieme. Prima di rispondere a questa obbiezione, volli far ricorso all'esperienza. Feci varie dissoluzioni, mescolando separatamente con l'acqua dello zucchero, del sal comune, del nitro, ec. Dopo molte, e replicate prove ho chiaramente riconosciuto, che il volume della mescolanza diminuisce realmente, che questa diminuzione non succede in un istante, che essa progredisce poco a poco, e che non si compie, che a capo di molte ore. Dal che ne siegue, che progredendo assai lentamente la diminuzione del volume delle sostanze disciolte, ci resta tutto il comodo, per determinare il loro peso specifico, e quindi svanisce ogni opposizione fatta a questo riguardo.
Io pongo nella qui aggiunta tabella la diminuzione del volume, che ho rimarcata in alcune dissoluzioni a capo di dodici ore, dopo fatta l'infusione. Le tre prime dissoluzioni furono fatte a piena saturazione, alla temperatura di gradi 10: e la mescolanza dello spirito di vino con l'acqua fu a volumi uguali. Perciò computando il volume di ciascuna dissoluzione al momento della mescolanza come 1000,00 dodici ore appresso divenne come siegue.
Dissoluzioni di | Volume rimasto | Diminuzione sofferta |
Zucchero Sal marino Nitro Spirito di vino | 990,38 993,05 990,20 986,84 | 9,62 6,95 9,80 13,16 |
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