lunedì 2 luglio 2012

L'espatrio verso il Brasile e l'Argentina

L’emigrazione da Giarabassa e Romanie (1885-1911)

a)      Villici e senza terra

Dalla zona più sterile del comune di S. Giorgio in Bosco e soggetta alle periodiche inondazioni del Brenta emigrano diverse persone nel 1887. I primi a partire sono i Morelato con il capofamiglia Enrico (n. 15 aprile 1845), figlio dei deceduti Giuseppe e Antonia Tonin di Lobia. Con il Morelato partono la moglie Luigia Fassina di Lobia (n. 17 febbraio 1851) e i figli Giuseppe (n. 3 luglio 1878) e Maria (n. 12 settembre 1880), essendo deceduti prima della partenza il capostipite Giuseppe (1815-1883) e l’ultimogenito Giovanni (n. 29 agosto 1883).
Come in altri casi, i Villici Morelato appaiono senza fissa dimora, sempre in balia dei periodici contratti colonici che li vedono spostarsi da un paese all’altro. Prima di approdare a Giarabassa questa famiglia si era spostata da Villa del Conte a Lobia, quindi a Presina e poi sulla riva sinistra del Brenta da dove spicca il volo per il Brasile.

Il 17 febbraio 1887 partono i figli di Giuseppe Biasio (1809-1884) detto Pistola e Longo Teresa (n. 11 ottobre 1815). A guidare il gruppo familiare, composto da sette persone, troviamo il vedovo Pietro Biasio (n. 4 febbraio 1848) con la figlia Regina (n. 26 settembre 1883). Seguono a ruota la famiglia del fratello Antonio Biasio (n. 18 aprile 1844) coniugato con Antonia Mazzon (n. 11 luglio 1848), i figli Agostino (n. 9 agosto 1880), Gioseppa (n. 11 aprile 1884) e la madre Teresa.
I Biasio erano tradizionalmente legati come fittavoli ai fondi dei patrizi veneziani Erizzo, ma in seguito alla progressiva erosione del Brenta e ai mutati cambiamenti politici ed economici dei latifondisti della zona, una parte della famiglia espatria.

Nello stesso anno, in due turni distinti, parte per S. Paolo del Brasile il numeroso gruppo familiare dei Maragno. I Maragno erano partiti da Camposampiero nella prima metà del XIX secolo ed essendo senza terra si erano spostati in continuazione da un paese all’altro. Procedendo da Camposampiero approdarono inizialmente a S. Giustina in Colle, poi ritornarono a Camposampiero, quindi si spostarono a Presina, di nuovo a S. Giustina in Colle e Camposampiero e, infine, a Giarabassa, località dalla quale espatriarono in Brasile.
Il primo nucleo a partire il 9 settembre 1887 è quello capeggiato da Luigi Maragno (n. 6 marzo 1843), figlio primogenito di Antonio e Antonia Longo. Luigi parte con la moglie Margherita Boaron (n. 19 agosto 1848) e i figli: Amalia (n. 9 aprile 1872), Federico (n. 4 maggio 1874), Giovanni (n. 20 giugno 1879), Catterino (n. 16 agosto 1881), Maria Luigia (n. 1 maggio 1883) e Dorosilia Giuseppa (n. 8 maggio 1886).
Trascorre una settimana e anche il resto della famiglia chiede il nullaosta per il passaporto. Il 16 settembre 1887, infatti, ottengono il permesso di espatriare anche il capofamiglia Antonio Maragno (n. 5 settembre 1816) figlio di Sante e Angela Sartore e la moglie Antonia Longo (n. 8 maggio 1820).
Partono insieme il secondogenito Tommaso Maragno (n. 16 maggio 1848) con la moglie Maria Gallo (n. 9 marzo 1860) e i figli Giuseppe (n. 27 settembre 1881), Eugenia (n. 7 agosto 1884) e Sante (n. 12 giugno 1886), nonché i figli minori del capofamiglia Antonio, che sono Giovanna (n. 24 settembre 1860) e Valentino (n. 19 gennaio 1863) con la moglie Melania Mella (n. 29 giugno 1864).
Le richieste separate di partenza per il Brasile del ceppo familiare dei Maragno, forse nasconde una serie di contrapposizioni interne alla famiglia con il figlio primogenito di Antonio deciso a partire a tutti i costi e il capofamiglia col resto dei figli e dei nipoti su posizioni iniziali tentennanti. Alla fine dev’essere prevalso il senso dell’unitarietà e la consapevolezza che non c’era futuro per i Maragno nel Veneto rurale di allora.

Il 10 febbraio 1888, assieme ad altri sangiorgesi, s’imbarcano per il Brasile anche i membri della famiglia di Giuseppe Bragagnolo (n. 4 ottobre 1844), figlio del deceduto Giuseppe e di Paola Sicuro. Giuseppe apparteneva alla nutrita schiera dei Bragagnolo di S. Martino di Lupari, suo luogo natale, si era coniugato a Resana con Carlotta Gentilin (n. 3 aprile 1846), località nella quale si era trasferito per alcuni anni. Sul finire degli anni Settanta si sposta con la famiglia a Isola di Carturo per poi approdare dopo il 1882 a Giarabassa.

Il 22 novembre 1888 ottiene il benestare l’Ortolano Luigi Boscolo (n. 30 marzo 1832) detto Storuelon, figlio del defunto Lorenzo e di Antonia Boscolo. Questi era nativo di Sottomarina ed era passato a servizio dei Busetto a Giarabassa ottenendo il permesso di partire dal padrone il 24 settembre 1888. Con Luigi partono la moglie Luigia Boscolo (n. 21 maggio 1843), detta Berto, i figli Giuseppe (n. 25 marzo 1871), Angela Filomena (n. 17 maggio 1883), Francesco Domenico (n. 23 aprile 1886) e la suocera Domenica Boscolo (n. 7 luglio 1804).

Con i sangiorgesi che espatriano nel 1891 s’incontra la famiglia di Sante Scudiero (n. 6 ottobre 1834) figlio di Antonio e Zambon Maria il quale, dopo la morte del fratello Luigi (1847-1887), si separa dalla cognata Luigia Pegorin, dai nipoti e dal padre Antonio (n. 17 gennaio 1800) e salpa per il Brasile. Con Sante partono la moglie Angela Ferro (n. 13 luglio 1853) di Piazzola sul Brenta, i gemelli Girolamo e Antonio (n. 11 giugno 1880) e l’altro figlio Luigi (29 aprile 1888). Le figlie gemelle Giovanna e Maria nascono morte il 7 maggio 1883. Oltre alla coppia, partono per il Brasile anche i cinque figli: Valentino (n. 15 febbraio 1870), Giacomo (n. 25 luglio 1872), Eugenio (n. 20 aprile 1876), Giocondo (17 settembre 1877) e Nicola (5 maggio 1882).

Nello stesso anno, il 18 agosto 1891, parte la famiglia di Antonio Trevisan (n. 16 giugno 1864) di Vicenza, che si era trasferito a Romanie nel novembre del 1888 alle dipendenze di Eugenio Busetto. Il Trevisan parte per il Brasile con la moglie Regina Marangon (n. 3 dicembre 1866), i figli Virginia (n. 7 giugno 1887), Teresa (n. 18 marzo 1889), Silvio Giovanni (n. 23 ottobre 1890) e il fratello Angelo (n. 22 luglio 1865).

Il 25 novembre del 1896 parte per il Brasile la famiglia del villico Giuseppe Guidolin (n. 29 maggio 1844), figlio dei deceduti Antonio e Gobbato Celeste. Dalla moglie Antonia Guerriero (n. 9 maggio 1846) erano nati due figli: Antonio (n. 23 giugno 1876) e Aurelio (n. 6 giugno 1879), ma Antonia e il figlio secondogenito muoiono e Giuseppe si risposa con Maria Luigia Zulianetto (n. 25 aprile 1867). Alla fine, espatriano Giuseppe, la seconda moglie e il figlio Antonio, lasciando il loro posto di fittavoli a Giarabassa alla famiglia del parente Isidoro Guidolin.

Anche Giarabassa offre il suo contributo di emigranti in Argentina. Nel 1904 parte per Santa Fé Pietro Manarin (n. 2 gennaio 1874), figlio di Luigi ed Eurosia Bitante. Al seguito, Pietro ha la moglie Rosa Santi (n. 31 gennaio 1879) e le figlie Luigia (n. 27 gennaio 1899) e Angela (n. 24 gennaio 1901). Trascorrono un paio d’anni e anche il fratello Antonio Manarin (1876-1907), in data 20 novembre 1906, richiede il nullaosta per la stessa destinazione. Quest’ultimo parte con la moglie Angela Silvello (n. 30 dicembre 1882) e la figlia Almerinda (n. 12 ottobre 1904). Di Pietro non è dato di sapere se rimase o no in Argentina. Antonio, invece, ritornò quasi subito in Italia trasferendosi a Fontaniva, dove morì il 13 marzo 1907, prima che nascesse orfana la secondogenita Antonia Luigia (n. 22 settembre 1907).

b)      Piccoli possidenti e artigiani

Fra i probabili appartenenti alla categoria degli artigiani che partono il 6 dicembre del 1888, incontriamo Ferdinando Majolo (n. 8 giugno 1863), figlio di Luigi e Margherita Vettori. Il Majolo esercitava una professione tutta da interpretare perché, stando alle parole dell’ufficiale dell’anagrafe, Ferdinando e il padre Luigi erano dei Segali, termine col quale è difficile identificare attualmente un mestiere (addetti alle segale, segatori di alberi, falciatori, ...?). In ogni caso scaduto il contratto colonico del 1888, Giuseppe Majolo s’imbarca per il Brasile con la giovane moglie Elena Maria Albini (n. 11 giugno 1868) e il figlio Albino Luigi (n. 30 settembre 1888), mentre in seguito nasceranno altri due figli: Zegonda (n. 22 maggio 1890) e Achille (n. 2 aprile 1892).
I genitori Luigi e Margherita partiranno alla fine del mese, il 30 dicembre 1888, seguiti dalla figlia Maria Luigia (n. 11 agosto 1857) e diretti a Fontaniva, località verso la quale procederanno anche gli espatriati il 19 maggio 1893, dopo un’esperienza fallimentare in America Latina.

Anche il bovaro di Eugenio Busetto il 30 novembre del 1900 ottiene il nullaosta per il Brasile dopo avere dimorato a Giarabassa per appena sette mesi. Si tratta di Gioachino Malvestio (n. 4 agosto 1839) di Briana, figlio dei defunti Candido e Valentina Simonato con la moglie Angela Maria Dovico (n. 5 aprile 1843) e i figli Emilio (n. 5 aprile 1868), Umberto (n. 24 luglio 1872), Ernesta Severa (n. 14 luglio 1875), Adelaide Rosina (12 giugno 1884) e Agostino (n. 9 febbraio 1888). Dopo la morte del primogenito Pietro, Gioacchino decide di espatriare su pressione del genero Pietro Minto (n. 26 dicembre 1878) di S. Maria di Sala, maritato con Ernesta Severa, abbandonando Giarabassa e la Casa nuova fatta costruire dal Busetto per il Bovajo.

Nessun commento:

Lettori fissi